Cinerassegna: ‘Racconti atipici di vite precarie’

Si è conclusa da poco la rassegna “Learn by movies”, ma non si smette di “imparare dai film”. Non importa la lingua, né il tema nello specifico. Ciò che conta è approfittare dell’incontro come momento di socializzazione, con chi condivide le nostre idee. Questo è il messaggio che il Circolo Città Futura vuole trasmettere attraverso la cinerassegna “Racconti atipici di vite precarie”. Un’iniziativa “coraggiosa”. Breve ma intensa. Tre film “autoriali”, fuori circuito, che seguono un leitmotiv: la dura e attuale situazione del precariato nel mondo del lavoro. “Risorse Umane” (1999) di Cantet, sulla realtà industriale francese; “Roger & Me” di un giovane Michael Moore (1989) che si accinge a sfidare le ingiustizie del presidente della General Motors; infine il più recente  “Mobbing” (2005) di  F. Comencini, sulle pressioni che subiscono i dipendenti di medie e grandi imprese.

 

Nella piccola, colorata ed accogliente sede del Partito di Rifondazione Comunista in via Conte di Torino 29/1 Maria Merlini, segretaria del circolo, Claudio Calabrese, esperto cinefilo e il socio “storico” Fabio Gaudioso, hanno disposto casse, schermo e proiettore per la visione del film. In attesa che giungano soci e curiosi, chiacchieriamo un po’.

 

Da dove nasce l’idea di realizzare questa rassegna? Chi ha partorito il progetto e con quale intento?

Claudio: L’ideatore sono stato io. Abbiamo pensato che una rassegna fatta nel territorio, nel quartiere poteva essere un modo alla portata di tutti per discutere di argomenti importanti di cui oggi è necessario parlare. E lo abbiamo fatto in maniera semplice e accessibile attraverso un mezzo diretto come il film. In particolare abbiamo scelto pellicole non pesanti, proprio per la loro accessibilità e fruibilità. Questa era dunque l‘idea della rassegna.

 

Maria: Più in generale noi già da un po’ di tempo abbiamo aperto questa sede. La ragione per cui abbiamo deciso di aprire una sede di quartiere, e non semplicemente un ufficio di partito, e di realizzare iniziative come il cineforum è quella di cercare di riorganizzare un po’ di politica tra la gente, obiettivo che negli ultimi anni si è perso di vista. Purtroppo, questa è l’unica sede di quartiere che abbiamo a Catania, ma sicuramente la situazione non è migliore rispetto agli altri partiti di sinistra in questa città. Abbiamo scelto il mondo del lavoro e del precariato per partire dal tema secondo noi più importante e sentito dalla gente che magari non si interessa direttamente di politica. La precarietà è un problema che riguarda un po’ tutti, perché il lavoro è sempre più precario, sempre più persone o non ce l’hanno o per ottenerlo devono sopportare condizioni di lavoro e contrattuali terribili. Proprio per questa ragione abbiamo scelto una serie di film che, come diceva anche Claudio, sono accessibili a tutti trattando temi impegnati e impegnativi ma di facile comprensione e fruizione per tutti, offrendo uno spaccato di vita quotidiana che purtroppo diventa sempre più comune oggi.

 

Si tratta della vostra prima avventura in questa direzione o siete veterani nell’ambito cinefilo?

M: Come circolo è la prima volta, in passato è capitato spesso di organizzarne qualcuna come gruppi studenteschi, non come partito, anche in ambito universitario. Qualche anno fa avevamo in gestione l’aula studio di Casa Nicolina e abbiamo realizzato una rassegna cinematografica, che tra l’altro ha ottenuto un notevole successo.   

 

Questa sera proietterete il secondo dei tre film in programma. Possiamo già tirare le somme?

M: Beh, la volta scorsa sono venute una ventina di persone, il che non è un risultato cattivo considerando la capienza della sede. Inoltre, lo stiamo pubblicizzando semplicemente tramite volantinaggio ed e-mail ai simpatizzanti. Tra l’altro al giorno d’oggi non è molto di moda vedere dei film in una piccola bottega come può essere questa. Chi vuole vedere un film senza per forza aver bisogno di socializzare con le altre persone va al cinema o affitta direttamente un dvd e lo vede comodamente a casa. In realtà, questa cinerassegna vuole essere anche un’occasione di socializzazione.

 

Quindi un momento di incontro per trasmettere un messaggio di rinnovamento?

M: Il messaggio è l’invito alle persone ad incontrarsi e a discutere su questi temi per poi organizzare delle concrete proposte politiche e per cambiare “scenario”.

 

C: Il film non è fine a se stesso. È un primo momento di riflessione e socializzazione che non deve concludersi lì, ma essere da stimolo per proporre ed agire.

 

Prossimi progetti in cantiere?

M: Questa è una prima breve rassegna, più che altro lo definirei un esperimento. Dopo la pausa estiva organizzeremo altre edizioni su diversi temi.

 

C: Riprenderemo in autunno, cercando di migliorare sulla base del risultato di queste prime proiezioni.

 

Volete aggiungere qualcosa?

M: È anche un’occasione per permettere alle persone di vedere dei film purtroppo poco presenti nelle sale cinematografiche, come “Mobbing”, l’ultimo della nostra rassegna, solo proiettato per uno, due giorni qui a Catania… addirittura “Roger & Me” mai!

 

C: Sono film che generalmente non si trovano nelle videoteche e se li hanno non vengono esposti, ma proprio per questo devono essere diffusi!

 

Fabio: La nostra associazione con questa iniziativa vuol dare un contributo non solo politico, ma anche culturale. Per promuovere quella cultura dell’immagine del cinema, che in una città come la nostra ha avuto tempi migliori e che oggi tra maxischermi, multisale e videoteche è appiattita, massificata,  troppo commerciale. Cento di queste iniziative possono promuovere una domanda anche più alta, settoriale, con un pubblico più specifico. Il cinema è mille cose: ben venga il cinema spettacolare, bello, di cassetta, ma ci vuole anche il cinema politico, legato al territorio, culturale.

 

Chi volesse accogliere il messaggio del Circolo Città Futura è invitato a partecipare il prossimo 29 giugno alle 20.15 presso la sede in via Conte di Torino 29/1 alla proiezione di “Mobbing – mi piace lavorare” di F. Comencini, ultimo film della presente rassegna. Inoltre, gli amatori del genere durante la stagione estiva all’Arena Argentina potranno assaporare ogni settimana un film antico, restaurato, di qualità. Per un’educazione culturale.

All’insegna del motto “più creazione, meno fruizione passiva”.

Benedetta Motta

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