«Sembrava che fosse tornato per sdoganare quei ricordi. Per vedere se tutto quel male avesse poi portato del bene». Si affida alle sensazioni Ornella Laneri, presidente della Fondazione Oelle Mediterraneo antico, per ricordare il fotografo americano Phil Stern, incontrato in Sicilia nel 2013 e scomparso un anno dopo. La prima di volta di Stern sull’Isola era stata nel 1943 e il suo obbiettivo aveva immortalato lo sbarco degli Alleati. Ieri, a un anno dall’inaugurazione del Phil Stern pavilion del Museo storico dello sbarco alle Ciminiere di Catania, voluto proprio dalla fondazione, è stata aperta al pubblico la mostra fotografica Lo sguardo oltre la guerra. Phil Stern photographer 1942-1943, curata dallo storico Ezio Costanzo e realizzata in collaborazione con la Città Metropolitana di Catania, che propone ai visitatori immagini inedite dall’archivio personale di Stern sulla Seconda guerra mondiale. Archivio che conta circa tremila fotogrammi in bianco e nero, oggi affidati dalla famiglia Stern al coordinatore scientifico del museo e alla fondazione Oelle per la loro digitalizzazione.
Alla mostra permanente si aggiungono quindi 18 scatti di Stern realizzati durante l’operazione Torch, la campagna di occupazione del Nord-Africa da parte delle truppe alleate tra la fine del 1942 e gli inizi del 1943. «Sono immagini artistiche ed emotive, che raccontano i giorni in cui in Algeria i soldati si allenavano e si preparavano allo sbarco», spiega Carmelo Nicosia, fotografo che ha raccolto nel libroPhil Stern – Welcome back to Sicily l’esperienza del percorso fatto con il collega americano al suo ritorno in Sicilia nel 2013, ma anche i momenti salienti della battaglia per la conquista del porto di Arzew, in Algeria, e gli scontri di Passo di Kasserine e di El Guettar, in Tunisia. Phil Stern infatti, nel luglio di quell’anno, a distanza di settant’anni dallo sbarco anglo-americano, volle in Sicilia i suoi figli e i suoi nipoti per rivivere con loro i luoghi in cui tutto era iniziato, quelle strade e quei paesaggi che lo avevano consacrato, ancora 23enne maestro della fotografia. In quell’occasione permise solo al fotografo Carmelo Nicosia, all’imprenditrice Ornella Laneri e allo storico Ezio Costanzo di accompagnarlo nel suo viaggio con la famiglia.
«Era un uomo anziano, aveva 93 anni e una bombola di ossigeno sempre con sé – continua Nicosia -, ma aveva una grande energia. Mi ricordo le sue lacrime. Lo osservavo mantenendo sempre una certa distanza fisica e mi ricordo i suoi silenzi, soprattutto per quelli mi ringraziò alla fine di quei 16 giorni». Il desiderio di esporre gli scatti dello sbarco all’interno del museo delle Ciminiere di Catania era prima di tutto dello stesso Stern. «Io vorrei essere qui», disse a Ornella Laneri durante la visita dell’area museale. «Abbiamo fatto di tutto per realizzare quel desiderio – racconta Laneri -. Non siamo riusciti a mostrare a Stern lo spazio espositivo che oggi accoglie le sue opere, ma la famiglia ci ha confermato che l’arte di Stern non poteva che essere ospitata qui, e questa per noi è la più grande soddisfazione. Il suo era uno sguardo oltre la guerra perché lui non documentava. Lui raccontava le anime».
Alcune delle fotografie esposte avranno come sottofondo un’installazione sonora interattiva, realizzata dal sound engineer Michele Spadaro, che amplifica l’effetto visivo delle immagini mescolando suoni ed effetti ambientali dell’epoca. L’evento è stato anche l’occasione per presentare uno scatto inedito del fotografo di guerra Robert Capa, realizzato in Sicilia nell’estate del 1943. La foto fa parte della collezione di immagini inedite acquistate di recente dalla Fondazione famiglia Pintaura di Troina e anticipa il progetto Area ’43 che la Fondazione ha in fase di realizzazione: una rete con le città siciliane protagoniste delle vicende storiche legate all’operazione Husky per avviare iniziative che mirano alla valorizzazione dei luoghi della memoria.
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