Ciclovie, partiti i lavori per la pista a Palazzolo Acreide Il cantiere alla Euroinfrastrutture dopo disputa legale

La ciclovia lungo il tracciato di quello che un tempo fu il trenino di Ciccio Pecora, a Palazzolo Acreide, potrebbe vedere la luce a metà della prossima estate. Questa, perlomeno, è l’indicazione temporale riportata nel cartello affisso nel cantiere aperto a settembre nel centro del Siracusano. Nello specifico i lavori dovrebbero essere conclusi entro il 17 luglio 2022. A effettuarli sarà la ditta Euroinfrastrutture di Santa Venerina, che a inizio anno si è aggiudicata la gara d’appalto da oltre tre milioni di euro indetta dal Comune e finanziata con fondi messi a disposizione dall’Unione europea. «Per il momento sono stati effettuati interventi propedeutici a quelli previsti, come la scerbatura delle aree e la messa in sicurezza di qualche tratto. I tempi, comunque, dovrebbero essere rispettati», fanno sapere dalla direzione lavori. 

Il progetto si inserisce nell’ambito del percorso ciclabile che dovrebbe collegare Siracusa a Ragusa. Nove chilometri che attraversano l’entroterra siracusano tra natura e siti di interesse archeologico, e che potrebbero favorire lo sviluppo di quel cicloturismo che in Europa è sempre più diffuso ma che in Sicilia ancora ha difficoltà ad attecchire. L’iter che ha portato all’apertura del cantiere è stato rallentato da una momentanea revoca della procedura di affidamento dell’appalto decisa dal responsabile unico del procedimento Giovanni Donetti, lo stesso che – sulla scorta di quanto consentito con il decreto Semplificazioni – aveva selezionato le 15 imprese da invitare alla gara. Una scelta – aveva spiegato nel documento lo stesso Donetti – «in quanto non sono stati rispettati nella proposizione della stessa gli elementi di pubblicità e trasparenza amministrativa previsti dall’articolo 1 della legge 120-2020 (il decreto Semplificazioni, ndr)».

A chiedere chiarimenti in merito alle modalità con cui erano state individuate le ditte erano stati alcuni imprenditori. Alla vicenda, inoltre, MeridioNews aveva dedicato un approfondimento portando alla luce il legame di parentela che intercorre tra il titolare dell’impresa aggiudicataria, Rosario Di Maria, e quello della Di Maria Costruzioni, la ditta del padre Orazio. Quest’ultimo è tra gli imputati nel processo sui Durc falsi alla Cassa edile di Catania. Sulla possibilità che la compresenza tra gli invitati dei due Di Maria potesse in qualche modo pregiudicare la segretezza delle offerte, a fine gennaio il rup Donetti aveva risposto di avere selezionato le imprese attingendo dal Mepa, il mercato elettronico della pubblica amministrazione e di non essere stato in quel momento a conoscenza del vincolo di parentela. Pochi giorni dopo, invece, aveva deciso di revocare l’aggiudicazione alla Euroinfrastrutture

La società di Santa Venerina, tuttavia, si è opposta alla decisione e con una nota del proprio avvocato ha chiesto di dare seguito all’affidamento in quanto la procedura era da ritenersi legittima e di essere pronto a portare il caso in tribunale. Donetti, a quel punto, ha chiesto a sua volta un parere legale. Secondo quest’ultimo, firmato dallo studio Bivona-Capizzi di Catania, la gara non avrebbe profili di illegittimità, sia sul metodo di selezione delle imprese che sulla pubblicazione dell’avviso di avvio della procedura. Nel otto pagine che compongono il documento, si fa cenno anche al rapporto tra Euroinfrastrutture e Di Maria Costruzioni. «Un ultimo passaggio, infine, deve esser fatto al presunto rapporto di collegamento sostanziale da taluno adombrato a carico di alcuni degli operatori invitati e al quale fa riferimento la nota legale trasmessa al Comune per conto dell’aggiudicataria provvisoria Euroinfrastrutture – si legge – In realtà tale questione introdotta dall’impresa è del tutto estranea al provvedimento di annullamento della gara, sì che la stessa pare del tutto inconferente ai fini del presente parere».

Il parere, seppure in astratto, affronta comunque il caso della parentela tra due imprenditori invitati alla stessa gara negoziata. «In ogni caso è evidente, al riguardo, che qualora – come sembra da quanto sin qui rappresentato – la procedura sia stata regolarmente indetta e avviata, l’eventuale collegamento tra due concorrenti (che l’amministrazione, quand’anche esistente, non è in grado di conoscere ex ante), non potrebbe mai condurre ad annullamento dell’intera gara, ma – conclude il parere legale – unicamente all’esclusione delle ditte coinvolte ed aggiudicazione alla concorrente successivamente graduata».

Simone Olivelli

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