Il bar Saint Moritz di via Etnea, i ristoranti cinesi Il mondo in via Toselli e l’Hong Kong di via Sant’Euplio, Il Cantiniere e il Ma. Sono molto noti in città i nomi dei locali sottoposti negli scorsi giorni a controlli di polizia, asp e Inail che hanno riscontrato violazioni nella conservazione degli alimenti e comminato multe per oltre centomila euro, oltre ad aver sequestrato i prodotti sospetti.
La situazione peggiore è stata riscontrata alla Grande muraglia; al ristorante etnico sono stati apposti i sigilli e la conseguente sospensione dell’attività. Nella famosa pasticceria Saint Moritz i miliari hanno ritrovato celle frigo sporche e cibo andato a male. Nell’enoteca Il Cantiniere le autorità hanno trovato salumi, formaggi e molti altri prodotti scaduti, alimenti appoggiati sul pavimento, pesce surgelato e mal conservato, cibo pronto a essere consumato ma cucinato da giorni. Ma nel locale di viale Libertà avrebbero prestato lavoro 12 dipendenti su 16 senza contratto regolare e, per di più, sorvegliati da una telecamera. Per uno degli impiegati, di origini extracomunitarie ma senza permesso di soggiorno, è già stata disposta l’espulsione e il titolare denunciato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Nel locale cinese Il mondo, nei pressi del Tribunale etneo, le violazioni contestate riguardano la tracciabilità dei prodotti, la loro adulterazione e la presenza di una vasca in eternit nella quale era raccolta acqua potabile. Proprio per questo, oltre alla multa da cinquemila euro, i proprietari sono stati denunciati anche penalmente. Sanzione anche per l’Hong Kong, ma solo per millecinquecento euro. In un altro ristorante etnico alla dicitura gluten free (senza glutine) non corrispondeva l’effettiva assenza della sostanza. Problemi anche per il Laetitia di via Quintino Sella. Anche qui sono stati trovati alimenti non conservati correttamente; la carne, secondo quanto rilevato dagli inquirenti, era già in stato di decomposizione ed emanava cattivi odori. Rilievi riscontrati anche al Ma, in via Vela: il pesce congelato veniva indicato nel menù come fresco. Ma i titolari si sono difesi, sostenendo che «gli ingredienti surgelati riscontrati dagli inquirenti consistevano in un chilo di scampi e un chilo di gamberi che il ristorante tiene come scorta in caso di necessità. Il reato di frode, quindi, non sussiste perché non era presente nessuna pietanza preparata con gli alimenti in questione né in sala né in cucina».
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