«Le strade di Cibali come la tela di Penelope, fatta di giorno e disfatta la notte». È questa la metafora usata dai consiglieri della VI municipalità Agatino Lanzafame e Santo Arena per descrivere ciò che sta accadendo in questi giorni nelle strade del quartiere di Catania. E questa mattina hanno organizzato un sopralluogo per mostrare la situazione. Accade che, dopo tanti anni, il comune di Catania sta rifacendo il look alle strade del quartiere, ma cè qualcosa che non va. Le stesse strade, infatti, sono state prima interessate da lavori di metanizzazione, poi – dopo una lunga attesa – completamente riasfaltate e dopo pochissimi giorni di nuovo bucate per la posa della fibra ottica. «Ma non ci si poteva pensare prima? Cè qualcuno che gestisce i lavori pubblici?», si domandano i consiglieri della VI municipalità. Dal Comune nessuna risposta, senza successo è rimasto il nostro tentativo d’interpellare lassessore al ramo Giuseppe Marletta.
I problemi, comunque, non sono finiti qui. Dopo il completamento dei lavori per il passaggio della fibra ottica, il manto stradale non sarà ripristinato del tutto. Come spiega Agatino Lanzafame, infatti, «se nel capitolato della ditta di metanizzazione è previsto il rifacimento di tutta la carreggiata, lo stesso non vale per la ditta che opera al passaggio della fibra ottica». Alla fine dei lavori, dunque, una bella toppa di catrame sarà posta a copertura del buco riaperto sullasfalto appena posto. Un metodo di lavoro alquanto strano, che continua in questi giorni: da una parte della strada i lavoratori della ditta per la metanizzazione stanno ricoprendo tutto, dallaltra, i lavoratori della ditta per il passaggio della fibra ottica distruggono quello che i loro colleghi hanno appena sistemato. «Chiediamo subito il blocco delle operazioni perché si possa prima passare la fibra ottica e poi ripristinare il manto stradale», conclude Lanzafame. La conseguenza è che i costi raddoppiano, i disagi sono notevoli e si corre il rischio di dover rifare tutti i collaudi da capo, nel caso in cui per i lavori del passaggio della fibra ottica si dovesse fare un qualche danno alla tubazione. Antonio De Curtis, ovvero Totò, avrebbe di certo detto: «E io pago».
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