«La Sicilia è fimmina, è una donna combattiva con uno spirito guerriero che ha il ciauru dei limoni, della zagara e del gelsomino». È con queste parole che la fotografa siracusana Maria Pia Ballarino racconta a Meridionews la sua mostra di nudi femminili Ciauru di fimmina che sarà esposta, fino al 28 agosto, alla galleria civica d’arte contemporanea Montevergini di Siracusa. «La passione per la fotografia – ricorda l’artista 49enne, che ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Catania nella sezione decorazione pittorica – è nata anche grazie al fotografo ritrattista Aldo Palazzolo da cui andavo a bottega e che è stato per me mentore e maestro fin dai tempi dei rullini della macchina analogica».
Ballarino si dichiara da sempre affascinata dai corpi e dai volti umani. «Amo particolarmente i ritratti e i nudi perché amo le persone»,continua. Due anni di insegnamento, poi dieci anni a Londra come fotografa di moda fino al 2001 che è l’anno del ritorno a Siracusa. Fotografa di scena delle rappresentazioni classiche al teatro greco di Siracusa, ha scelto due sostantivi pregni di sicilianità, ciauru e fimmina, per il titolo della sua nuova esposizione. «L’intento – spiega – è rappresentare il legame fra la donna e la Sicilia. È per questo che, oltre me, ho scelto come modelle tutte donne, in qualche modo, simili a me caratterialmente: l’elemento in comune è il piglio da guerriera che si rifà anche alle protagoniste dei miti greci, come Medea, Medusa, Atena o Kore, figlie di una tradizione che ci appartiene e che riflettiamo. Come questa terra contiene insieme il mare e l’Etna – aggiunge – così la donna siciliana è, nello stesso momento, acqua e fuoco».
Corporature mediterranee e armoniose in continua trasformazione quelle colte dall’obiettivo di Ballarino che, attraverso una nudità accennata, eterea e morbida ma mai volgare, sprigionano carnalità e purezza insieme. «In una cultura come la nostra in cui il corpo, in particolare quello della donna, è ancora un tabù, per me – commenta – è importante metterlo in mostra per liberarlo e far trasparire emozioni, voglie, storie di femmine che, ancora troppo spesso, pagano con la violenza la loro indipendenza». Una serie di immagini stampate su carta baritata, cotone e polaroid, accompagnate da poesie di autori siciliani ma anche stranieri. «Chi arriva in Sicilia si innamora per forza di questa terra – conclude Ballarino – come di una donna misteriosa che non si fa toccare ma permette di essere annusata e guardata».
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