«I risultati delle analisi fatte dalla Capitaneria di porto ci rassicurano rispetto all’allarmismo iniziale». Così la parlamentare regionale del Movimento 5 stelle Gianina Ciancio ritorna sul tema delle big bags immortalate sul fondale marino da un sub. La deputata dell’Assemblea regionale siciliana aveva infatti annunciato ieri la presentazione di una interrogazione sul tema. «Anche a voler credere che allinterno di essi vi sia della semplice terra lavica, ( e chiediamo che si verifichi pure questo) affermava Ciancio in un comunicato stampa diffuso ieri – i sacchi di per sé rappresentano un potenziale pericolo per lambiente, intanto perché modificano strutturalmente il fondale marino e poi perché potrebbero degradarsi e causare ulteriori danni ambientali, visti anche i tempi di recupero degli stessi annunciati dal Comune, addirittura fino a tre anni», affermava prima di conoscere l’esito dei controlli della Capitaneria di porto di Catania la deputata.
«C’è stato un problema di comunicazione su questo aspetto dei controlli della Capitaneria», ammette quindi Ciancio dopo aver saputo dei risultati delle analisi sul contenuto – diffuse da CTzen – solo dopo aver scritto il suo comunicato. «Abbiamo accolto con favore la conferma della Capitaneria che si tratta solo di inerti – continua Ciancio -, e il problema è ora di proporzioni certamente ridotte. Ma ci chiediamo che fine faranno questi sacchi di plastica in fondo al mare». Un interrogativo che sarà al centro dell’atto parlamentare che Ciancio presenterà lunedì. «Chiediamo al governo regionale di interessarsi alla questione, e capire cosa vuole fare il Comune di Catania, se vogliono completare l’opera o se hanno l’intenzione di non farla per mancanza di fondi. L’opera – prosegue Ciancio – doveva essere conclusa quest’anno, non vorremmo ritrovarci fra tre anni con i sacchi ancora sul fondale. Se il Comune farà quest’opera a ottobre, bene».
Ciancio interviene anche sulla recente presa di posizione dell’amministrazione guidata da Enzo Bianco, che ha ribadito ieri con una nota la presenza di tutte le autorizzazioni per l’opera, che fa parte della realizzazione del canale di gronda. «Non abbiamo dubbi che ci siano state tutte le autorizzazioni, ma l’inizio dei lavori era dell’anno scorso, così come scritto nel piano triennale delle opere pubbliche. Speriamo che questa discussione riesca ad aprire un dibattito più ampio riguardo al canale di gronda, che cercheremo di approfondire con atti specifici», conclude la deputata regionale del Movimento 5 Stelle.
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