Prosegue il nervosismo sul fronte distribuzione buoni spesa nel territorio del Comune di Paternò. Il servizio, iniziato da circa 15 giorni, deve fare ancora i conti con il malcontento dei cittadini. Costretti, ormai quasi ogni giorno, a recarsi in municipio per avere risposte precise dagli uffici. I dubbi maggiori ruotano attorno all’eventuale accettazione delle richieste e ai tempi tecnici per l’erogazione.
In alcune occasioni è stato pure necessario l’intervento dei carabinieri e della polizia municipale. Altre volte lo stesso sindaco Nino Naso e il suo vice, Ezio Mannino, cosi come altri assessori, hanno avuto modo di confrontarsi con le persone che si trovavano all’esterno del palazzo di città. Eppure l’amministrazione comunale per evitare che i richiedenti si presentassero in Comune aveva attivato due utenze telefoniche alle quali chiamare, da lunedì al venerdì, per chiedere informazioni e chiarimenti. Tuttavia sono tanti i cittadini che parlano di un servizio non soddisfacente in quanto «spesso le linee sono occupate oppure non risponde nessuno».
La distribuzione dei buoni spesa è effettuata dai messi comunali e dai vigili urbani: a questi adesso si sono aggiunti anche i componenti delle Associazioni Carabinieri e Finanzieri. Il primo cittadino Naso ha assicurato che entro la prossima settimana sarà completata la consegna. Rimarranno fuori, per il momento, diversi nuclei familiari che potranno successivamente usufruire dei buoni delle Regione Siciliana. Dai dati forniti dal sindaco emerge che sono stati distribuiti fino adesso 9000 buoni, per circa 1400 nuclei familiari. Ma sono oltre 3500 le famiglie che hanno inoltrato le istanze al Comune, molte della quali a quanto pare da più componenti della stessa famiglia. Pertanto non si conoscono ancora quanti siano in realtà richiedenti effettivi ed estromessi.
Questo perché il regolamento prevede che la richiesta debba essere inoltrata da un solo componente della famiglia. Nell’assegnazione dei buoni spesa è stata data priorità a coloro che hanno dichiarato di avere un reddito pari a zero. Non solo fondi statali ma anche i privati hanno contribuito nel sostegno alle fasce deboli della popolazione. In particolare oltre 700 famiglie sono state raggiunte con la spesa grazie al Carrello Solidale e alla donazione di imprenditori del posto. A questo si aggiungono le donazioni fatte da privati e dalle associazioni di volontariato.
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