Chiudono due negozi del marchio Fiorella Rubino Ai lavoratori solo possibilità di trasferirsi al nord

Resteranno abbassate le saracinesche di due punti vendita del marchio Fiorella Rubino nel Catanese. A chiudere dal prossimo 31 gennaio saranno i negozi monomarca dei centri commerciali di Porte di Catania e del Centro Sicilia. «Per noi è stata una doccia fredda, non ce l’aspettavamo – spiega a MeridioNews una delle dieci lavoratrici – anche perché le vendite vanno bene e la clientela non manca. Ci hanno detto che non si è più trovato un accordo per il contratto d’affitto». Adesso per i dieci lavoratori la sola possibilità prospettata è quella di accettare un trasferimento in altri punti vendita in tutta Italia. «Mercoledì prossimo dovrebbero venire a consegnarci le lettere». 

Fiorella Rubino è uno dei brand (insieme a Oltre, Elena Mirò, Luisa Viola e Per te by Krizia) che fanno parte del Gruppo Miroglio, una realtà industriale italiana nata ad Alba (in Piemonte) nel 1947 e che opera nei settori della moda e del tessile. «Non sembra essere un’azienda in crisi – commenta la lavoratrice – e infatti non capiamo se questa mossa è un passo verso l’intenzione dell’azienda di scompare dalla Sicilia». Unica proposta per i dipendenti, che in media hanno una quarantina di anni e lavorano per l’azienda da circa dieci, è quella di un trasferimento. 

Un primo incontro con l’azienda i lavoratori lo hanno avuto a novembre e un secondo è arrivato appena un mese dopo. «Ci hanno già detto chiaramente che non c’è possibilità di spostamento sulla città di Catania e nemmeno in Sicilia – aggiunge la donna – e ci hanno parlato addirittura di città al nord Italia come Modena, Trento o Bolzano». Soluzione inaccettabile per chi lavora 20 ore a settimana per 800 euro al mese. «Molte di noi sono madri di famiglia, alcune anche monoreddito e siamo consapevoli che sarà difficile – afferma la lavoratrice – trovare un’altra collocazione simile sul territorio ma non possiamo lasciare tutto e ricostruire la nostra vita altrove».

Nessun licenziamento previsto dunque, ma l’apertura di posizioni a livello nazionale. «Con la scadenza del contratto d’affitto, l’azienda aveva chiesto un abbassamento del canone – spiega Giuseppe Grillo, sindacalista della Filcams di Catania – ricevendo un rifiuto, hanno deciso di non rinnovarlo più. A preoccuparci adesso è il futuro di questa decina di lavoratori». Durante l’esame congiunto tra sindacati e azienda, infatti, una quadra non è ancora stata trovata e il 31 gennaio è alle porte. «Cercheremo un modo per salvaguardare i commessi. Finora, abbiamo chiesto al gruppo Miroglio la ricollocazione dei lavoratori in altri punti vendita distribuiti nella città di Catania ma ci è stato risposto che non c’è spazio». 

Marta Silvestre

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