Su un fatto non ci sono dubbi: è la Procura più calda d’Italia. Parliamo ovviamente della Procura della Repubblica di Palermo, rimasta senza capo dopo l’addio, lo scorso Agosto, dopo otto anni, di Francesco Messineo.
I bene informati raccontano di telefonate bollenti lungo l’asse Palermo-Roma. Il ruolo, infatti, è delicatissimo, e l’attenzione delle più alte sfere istituzionali è tutta rivolta sul capoluogo siciliano. Su quella Procura che visto muovere tra le sue stanze magistrati come Rocco Chinnici, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e che ha portato alla sbarra potenti come Giulio Andreotti. E che ora, ha osato chiedere pure la testimonianza del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, nell’ambito dell’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia.
Che ci sia qualche problema, lo dimostrano anche le parole pronunciate oggi dal Procuratore facente funzioni, Leonardo Agueci, durante la Giornata di incontro di formazione integrata, andata in scena nella Prefettura del capoluogo alla presenza di Santi Giuffre’, commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket.
«ll Csm sta impiegando parecchio tempo a nominare il nuovo Procuratore capo di Palermo. Se la sta prendendo comoda» ha detto il Procuratore Agueci.
Una frase che la dice lunga sulla criticità di questa nomina.
In corsa, tranne colpi di scena, sono rimasti in due. Sergio Lari, attuale capo della Procura di Caltanissetta (sostenuto da Area, la sinistra dell’Anm) e Franco Lo Voi (Magistratura Indipendente).
Si racconta che dal Colle più alto si sia, invece, stoppata la candidatura anche di un terzo candidato. Parliamo di Guido Lo Forte, negli anni ’90 braccio destro di Giancarlo Caselli e pubblico ministero del processo Andreotti e oggi alla guida della Procura di Messina.
Candidatura che non sarebbe stata gradita al Quirinale che, lo scorso Luglio, quando la sua nomina si dava per certa, ha inviato una lettera al Csm chiedendo di eleggere “in via prioritaria” i procuratori degli uffici giudiziari rimasti da più tempo senza titolare. Il capo dello Stato in pratica ha chiesto al Csm di seguire un criterio cronologico nell’elezione dei nuovi procuratori: e la poltrona di procuratore di Palermo è in fondo a quella lista.
Nel frattempo si sono nominati i nuovi mebri del Csm e sono cambiati però i rapporti di forza tra le correnti. Unicost, il gruppo di centro che ha sostenuto Lo Forte, ha un consigliere in meno rispetto alla passata consiliatura. Mentre si sono rafforzate Area, che ha proposto Lari e Magistratura Indipendente, che ha messo sul tavolo il nome di Lo Voi. Un cambiamento che inevitabilmente peserà sull’esito della partita per la Procura di Palermo.
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