Catania sarà la sfida più difficile della sua carriera, ma c’è da scommettere che i polsi di Rossana Manno non stiano affatto tremando. Dalla sua la nuova segretaria generale di Palazzo degli Elefanti ha un densissimo curriculum e un alto profilo che le viene riconosciuto, talvolta, anche da chi non si è sempre trovato d’amore e d’accordo con la funzionaria. Doti, unite a una certa caparbietà, che torneranno utili nella gestione della complicata successione ad Antonella Liotta, la segretaria scelta dall’ex sindaco Enzo Bianco, andata in pensione a fine 2018.
L’attuale primo cittadino, Salvo Pogliese, ha individuato Manno, 47 anni, fra le ventidue candidature che erano pervenute al Comune di Catania. Non senza qualche mugugno interno alla giunta, di certo dando tutt’altro che un dispiacere al suo numero due. Il vicesindaco Roberto Bonaccorsi, del resto, la nuova segretaria la conosce molto bene. Ormai sei anni fa fu lui, in veste di sindaco a Giarre, a nominarla segretaria subito dopo la vittoria elettorale del 2013. Fu l’inizio di un triennio da montagne russe per entrambi. Manno proveniva allora da Misterbianco dove, dopo gli anni al fianco della sindaca Ninella Caruso, in municipio in molti ricordano i mesi di dura convivenza con Nino Di Guardo, tornato alla ribalta nel 2012. Uno dei suoi «no» più clamorosi al sindaco riguardarono l’istituzione dell’ufficio stampa, creato poi da Di Guardo soltanto quando Manno lasciò Misterbianco.
A Giarre, invece, le polemiche scattano immediate sull’indennità attribuita alla nuova segretaria. L’allora sindaco Bonaccorsi, come sempre fatto da allora e fino alle sue traumatiche dimissioni del 2016, la blinda davanti agli attacchi delle opposizioni: «Guadagna come i suoi predecessori ma lavorerà di più». Da lì inizia un gioco di sponde utile, per l’accoppiata sindaco-segretaria, a resistere al timone del Comune di Giarre nella tempesta. Bonaccorsi si gioca tutto sulla battaglia per scongiurare il dissesto dell’ente, Manno lo supporta senza risparmiarsi nel richiamo al rigore per dirigenti e dipendenti dell’ente. Rapporti costellati di burrasche, provvedimenti disciplinari e dibattiti al veleno anche in consiglio comunale.
Archiviata l’era Bonaccorsi, la segretaria resta a Giarre per un anno circa, accompagnando i mesi del debutto da sindaco di Angelo D’Anna. La avversano pezzi della nuova maggioranza che poi abbandoneranno anche il primo cittadino. Manno si trasferisce nel 2017 a Caltanissetta, selezionata dal sindaco Giovanni Ruvolo. Uno dei suoi primi provvedimenti sul nuovo posto di lavoro si prende i titoli di tutti i giornali: stop alle pause caffè fuori dagli uffici e un risoluto invito a «non formare campanelli di persone in briosa conversazione ai punti di ristoro di cui l’ente è dotato». Ora l’ascesa a Catania. Stavolta non c’è nessun dissesto da evitare, il fallimento del Comune è cosa fatta, ma occorreranno comunque nervi d’acciaio e pragmatismo per gestire la transizione verso un risanamento che nessuno può dire quanto durerà. Con il correlato, inevitabile, riassetto anche dell’ingolfata macchina burocratica dell’ente.
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