Cgil all’attacco: in Sicilia sanità pubblica allo sbando. Ragazzi, che Humanitas…

DUE ESPONENTI DELL’ORGANIZZAZIONE SINDACALE, MICHELE PALAZZOTTO E RENATO COSTA, SCRIVONO ALL’ASSESSORE LUCIA BORSELLINO. “NESSUN CONTROLLO SUI SERVIZI INTRAMOENIA NELLE ASP CON LISTE D’ATTESA SEMPRE PIU’ LUNGHE E PROPOSTE DI ACCESSI RAPIDI A PAGAMENTO. SI FACCIA SUBITO CHIAREZZA”

Non si sono ancora spenti gli echi dello scandalo Humanitas – un goffo tentativo di scaricare nelle tasche di un privato 10 milioni di euro all’anno – che già si è aperto un altro fronte: sanità pubblica boccheggiante con i privati pronti a visitare a pagamento. 

A denunciare un nuovo capitolo della ‘Rivoluzione’ siciliana del Governo di Rosario Crocetta sono il segretario generale di Fp Cgil Sicilia, Michele Palazzotto, e il segretario di Fp Cgil Medici, Renato Costa. I due sindacalisti hanno scritto questa mattina una lettera aperta all’assessore regionale alla Sanità, Lucia Borsellino denunciando anomalie nelle liste d’attesa e nello svolgimento, dentro le Asp, dell’attività libero professionale, in intramoenia.

“Siamo stanchi – scrivono i due dirigenti sindacali – di verificare quotidianamente l’allungamento delle liste d’attesa e la contemporanea proposta di accessi rapidi a pagamento”.

Nei fatti, “molte aziende sanitarie – si legge nella lettera- non controllano il regolare svolgimento di tale attività e sembra ormai norma che le visite in intramoenia non siano regolamentate dal Cup, Centro unico di prenotazione, e che nessuno controlli se chi svolge attività intramoenia esegua anche la normale attività ambulatoriale (le visite in intramoenia non possono superare il 50% di quelle svolte in attività ordinaria)”.

Palazzotto e Costa sottolineano anche “alcune situazioni estreme dove l’attività in intramoenia comprende le interruzioni volontarie di gravidanza (ARNAS Civico), creando di fatto una disparità tra le donne che hanno riconosciuto tale diritto da una specifica legge e col risultato che chi può pagare accede subito, chi non può deve muoversi con difficoltà tra medici obiettori e servizi pubblici intasati. E spesso le donne vengono dirottate in presidi ospedalieri distanti molti chilometri dalle proprie residenze”.

Nella lettera, Fp Cgil Sicilia e Fp Cgil Medici, dicono anche di avere provato ad avere dalle Asp l’accesso ai dati, ma senza successo e di avere presentato adesso, formale richiesta. E invitano l’assessore a fare al più presto “chiarezza” su quanto sta avvenendo.

A seguire il testo completo della lettera aperta.

 

LETTERA APERTA DI FP CGIL SICILIA e FP CGIL MEDICI ALL’ASSESSORE REGIONALE ALLA SANITA’, LUCIA BORSELLINO

Assistiamo in questi giorni con perplessità,ad alcune vicende che riguardano l’assetto del nostro Servizio Sanitario regionale.

Dalla mancata nomina dei Direttori Generali delle Aziende Sanitarie, ai pasticci sulla rimodulazione dei posti letto. Si ha la sgradevole sensazione che si navighi a vista e senza una direzione delineata.

Ad aggravare tale situazione viene fuori un ulteriore problematica che riguarda le liste d’attesa e lo svolgimento dell’attività libero professionale in intramoenia.

Stabilito che entro il 31 dicembre di quest’anno non potranno più essere autorizzate attività in intramoenia “allargate” cioè al di fuori delle aziende ospedaliere, molte aziende , a tutt’oggi, non riescono neanche a regolamentare l’attività intramuraria ordinaria.

Infatti molte aziende sanitarie non controllano il regolare svolgimento di tale attività che per la FP -CGIL deve sempre avvenire con il massimo dei criteri di trasparenza, all’interno di quella che noi amiamo definire una “casa di vetro”.

Invece sembra la norma che le visite in intramoenia non siano regolamentate dal CUP, che nessuno controlla se chi svolge attività intramoenia svolga anche la normale attività ambulatoriale (appena il caso di ricordare che le visite in intramoenia non possono superare il 50% di quelle svolte in attività ordinaria), per arrivare ad alcune situazioni estreme dove l’attività in intramoenia comprende anche le interruzioni volontarie di gravidanza ( ARNAS Civico), creando di fatto una disparità tra le donne che hanno riconosciuto tale diritto da una specifica legge.

Che può pagare accede subito, chi non può deve muoversi con difficoltà tra medici obiettori, servizi pubblici intasati e spesso le donne vengono dirottate in presidi ospedalieri distanti molti Km dalle proprie residenze.

La CGIL medici ha più volte evidenziato tali incongruenze, lo ha sottolineato ai vertici dell’assessorato alla salute, ha cercato di accedere ai dati delle aziende sanitarie , ma con risultati deludenti.

Forse la problematica non interessa nessuno, ma a noi si!

Invitiamo l’assessore a fare chiarezza su quanto da noi denunciato, a rendere trasparenti gli elenchi dei professionisti autorizzati allo svolgimento di tale attività, a comunicarci se è vero che i CUP non controllano l’accesso alle visite, se esistono i meccanismi di controllo sullo svolgimento delle attività ordinarie.

Siamo stanchi di verificare quotidianamente l’allungamento delle liste d’attesa e la contemporanea proposta di accessi rapidi a pagamento.

Abbiamo già inoltrato richiesta di accesso agli atti ad alcune aziende sanitarie inerenti il tema in oggetto.

Vigileremo sulla regolarità delle procedure.

Attendiamo una chiara risposta dall’Assessore alla salute e dai Direttori generali delle Aziende.

Renato Costa Michele Palazzotto

Segretario CGIL-FP-Medici Sicilia Segretario Generale CGIL_FP_SICILIA

 

 

Redazione

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