Cercasi schiavo, gli autori dei manifesti vengono allo scoperto «Sorprende la mancanza di pudore delle associazioni datoriali»

«Non riusciamo ancora a credere che una denuncia comune a molti luoghi di lavoro siciliani e italiani possa suscitare così tanto clamore». Il botta e risposta tra Assoimprese, Confesercenti e gli attacchini di Lipari continua. I manifesti provocatori affissi nei muri delle vie cittadine in occasione della festa dei lavoratori hanno fatto storcere il naso a più di un rappresentante della categoria. «Mi sorprende la mancanza di pudore delle associazioni datoriali nel reagire in questa maniera». A sferrare il colpo è Paolo Arena, responsabile di Magazzino di Mutuo soccorso Eolie, l’associazione promotrice dell’attacchinaggio dei finti annunci di lavoro con impressa la scritta Cercasi schiavo per la stagione estiva. 

Per Arena, la reazione di chi rappresenta la categoria, consistita nel criticare l’anonimato dell’iniziativa fino a sollevare una questione di decoro pubblico, è stata come «negare che il cielo è azzurro». «Sì è provato a rigirare la frittata sull’attacchinaggio abusivo – continua Arena contattato da MeridioNews -, cercando di spostare l’attenzione dalle pessime condizioni dei lavoratori stagionali al presunto degrado per la città dovuto all’affissione». 

La questione, però, riguarda gli impiegati estivi, talvolta costretti ad accettare anche condizioni inique – dal lavoro irregolare allo stipendio minimo, fino all’assenza di prestazioni economiche di fine rapporto – pur di lavorare. «Condizioni – sottolinea Arena – che non riguardano solo i giovani sebbene siano i più martoriati ma spesso anche cinquantenni con una famiglia alle spalle». A fare infuriare la categoria degli stagionali, in questo contesto e in assenza di organizzazioni sindacali sull’isola rappresentati da Magazzino di Mutuo Soccorso, è l’abitudine a non concedere giorni liberi. «Una cattiva abitudine – precisa Arena – che è diventata fenomeno». 

Circostanze che Assoimprese ha voluto subito smentire, spezzando una lancia a favore dei datori di lavoro. «Ce ne sono tanti onesti», ha affermato il presidente Maurizio Cipicchia. «I manifesti anonimi che la scorsa notte sono stati affissi abusivamente per le strade di Lipari – ha chiosato il presidente di Confesercenti Messina Alberto Palella – mostrano la voglia di qualcuno di riportare indietro la storia, intossicando il rapporto tra imprese e lavoratori, alimentando il conflitto sociale, più che individuare le soluzioni». 

Perché, è la posizione di Confesercenti, «negli ultimi due anni le imprese eoliane hanno faticato moltissimo e per evitare di chiudere gli imprenditori sono stati costretti a finanziare con il loro patrimonio le casse aziendali». Una situazione che l’associazione impegnata nel sociale non sembra trascurare. «Siamo consapevoli delle difficoltà degli esercenti – ammette Arena – spesso però le stesse finiscono con il ricadere sempre e solo sui lavoratori». Come per chi beneficia del reddito di cittadinanza, talvolta, senza avere i requisiti. Una circostanza che ha contribuito anche a mettere in cattiva luce l’intera categoria. 

Se, dunque, i furbetti del reddito di cittadinanza costituiscono un’eccezione, le condizioni dei lavoratori stagionali sarebbero la regola. «Servirebbe un confronto – sostiene Arena -, mi sarei aspettato una reazione diversa dalle associazioni datoriali: per l’onorabilità della categoria avrebbero potuto chiedere più controlli per individuare gli eccessi negativi e pretendere le sanzioni». In un settore, quello dei lavoratori stagionali, «assolutamente desindacalizzato perché forse – conclude in risposta a Confesercenti – sono certe condizioni di lavoro a rendere tossico il rapporto». 

Gabriele Patti

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