“L’arte è un modo per capire la vita e la giornata qui al campo mi ha insegnato tanto, più di quello che io posso aver dato a voi” dice Sergio Castellitto rivolgendosi agli abitanti di Villa Sant’Angelo, un paesino in provincia de L’Aquila. Intervistato da Pierpaolo, direttore quindicenne di “Sfollati news” – giornalino nato appena due giorni dopo il terremoto – Castellitto ha risposto con piacere alle domande soprattutto quando ha potuto parlare dell’animo dei suoi conterranei. “Sono venuto qua, anche come figlio di una abruzzese, per testimoniare solidarietà, e non mi ha stupito trovare né l’ottimismo, frutto non di superficialità quanto di speranza, né la fierezza, perché questo popolo sa andare avanti con forza combattiva, senza vittimismo, insegnando ai più piccoli anche l’importanza dell’arte e della cultura, sempre e comunque”.
Camminando tra la gente i ‘grazie’ che riceveva gli sembravano un’esagerazione e così continuava a ripetere “non siete voi, ma io che vi devo un ‘grazie’, perché mi avete confermato un insegnamento: quanto sia importante una parola scambiata con gli altri, scrivere, cantare, mettere su degli spettacoli teatrali… condividendo il proprio dolore senza però farsi schiacciare. Tutto ciò è prezioso quanto una coperta o un minestra”. L’attore, poi, ha letto alcuni stralci del monologo “Zorro”, davanti a volti commossi, seri… orgogliosi come il protagonista del racconto stesso che, al bivio tra una lasagna e un ricordo, portato alla luce da quattro chiacchiere scambiate con sua sorella, sceglie di rievocare il passato.
Castellitto con umiltà si fa apprezzare da tutti soprattutto dai ragazzi del giornalino “Sfollati news”, accomunati con lui dall’arte, seppur di forme diverse, del raccontare. Hanno messo su il loro ‘quartier generale’ – composto da una tenda, un pc, un ciclostile e da tanta buona volontà – a Villa Sant’Angelo, e sono entusiasti ogni qual volta possono fare interviste o raccontare storie. Il direttore, Pierpaolo Scarsella, compiendo un movimentato giro di 360 gradi su stesso, ci racconta in breve la loro avventura – vista con gli occhi di un adolescente (irrequieto!) – “La nostra esperienza è stata resa possibile da tante persone buone: da chi ci ha dato ospitalità nella tenda-teatro ‘Noemi’ a chi ci ha fornito il ciclostile, come Angelo Venti direttore di ‘Site.it’, per stampare le copie destinate agli sfollati…”
L’incontro con Castellitto è stato organizzato da Tiziana Irti e Giancarlo Gentilucci che già dal 10 aprile sono riusciti ad aprire il teatro “Noemi” – in memoria di una giovane drammaturga morta la notte del 6 aprile – dove hanno potuto così svolgere “le attività dell’associazione ‘Arti e spettacolo’ e quelle di altre compagnie, il cineforum, nonché i laboratori di scrittura, di lettura e di artigianato”. Anche i bambini sono stati coinvolti in attività extrascolastiche: le attività spaziano dalla pittura alle gare con gli aquiloni, dalla recitazione al linguaggio corporeo… I bambini hanno messo in scena, con l’aiuto degli attori Irti e Gentilucci, una performance, dal titolo “C’era una volta il mio futuro”: i testi brevi, riguardanti i loro pensieri ed emozioni , erano accompagnati da un attento e dettagliato linguaggio del corpo. Infatti l’intento era di imparare a percepire lo spazio muovendosi in tempi precisi. “Ai più piccoli non è facile far capire l’importanza dello sguardo, del contatto con gli altri, del camminare in un certo modo… insomma della presa di coscienza di ciò che si fa su di un palcoscenico, ma è importante che imparino per realizzare bene qualsiasi tipo di spettacolo”, ci ha detto l’attrice. Vi proponiamo qualche minuto di questo workshop iniziale.
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