«Chiediamo alla giunta regionale di rivedere l’assetto complessivo delle somme stanziate. Pur ritenendo positivo il superamento dei fondi erogati con il sistema della cosiddetta Tabella h riteniamo che l’attuale situazione normativa non sia stata in grado di rispondere pienamente alle esigenze tanto degli assessorati regionali quanto delle istituzioni destinatarie dei fondi». Così Vito Lo Monaco, presidente del Centro La Torre, al termine delle audizioni in commissione Cultura, Lavoro e Formazione dell’Ars, delle associazioni culturali e antimafia che si sono viste ridurre al minimo il finanziamento regionale. La commissione, presieduta da Luca Sammartino presenterà una risoluzione che impegni il Governo regionale a mettere in atto tutte le procedure per affrontare l’emergenza. In particolare si chiederà lo slittamento a giugno del termine per la rendicontazione, la modifica dei criteri per l’assegnazione delle somme e aumento del fondo da cui prelevare le somme, che attualmente ammonta a 8 milioni di euro.
Accolte così alcune delle richieste presentate dalle associazioni che stamattina sono state ricevute in audizione dalla V Commissione (Centro studi ed iniziative culturali Pio La Torre, ARCI Sicilia, Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari, Centro Studi Feliciano Rossitto, Istituto Gramsci, Fondazione Gaetano Costa, Fondazione Giovanni Chinnici, Fondazione Falcone, Fondazione Mandralisca e Fondazione Buttitta). In particolare, le richieste, illustrate da Vito Lo Monaco, presidente del Centro Studi Pio La Torre, erano quelle di rimodulare gli stanziamenti alle associazioni, introdurre dal prossimo anno una programmazione triennale degli interventi, garantire una maggior precisione dei tempi di erogazione dei contributi e distinguere i canali di finanziamento delle associazioni culturali antimafia da altre associazioni che si occupano di tutt’altro, come sagre paesane e discoteche.
«Ci preme sottolineare come molte realtà dipendano in maniera cospicua da questi fondi per lo svolgimento della propria attività culturale e di ricerca. Pertanto la situazione venutasi a creare per effetto della riduzione di spesa e per la distribuzione dei fondi mette seriamente a rischio l’attività delle nostre associazioni e ed istituzioni, come già sottolineato anche da esponenti dell’attuale governo sui mezzi di informazione. Riteniamo – continua Lo Monaco – che sia possibile giungere, tramite un diretto confronto tra le parti, ad individuare rapide e positive azioni che consentano il superamento delle problematiche per l’anno 2017 e per gli anni a venire».
«Le associazioni culturali che svolgono un’importante azione di divulgazione del messaggio e della cultura della legalità non possono essere penalizzate dalla mancanza di criteri certi ed equi per la ripartizione dei contributi regionali – ha dichiarato il presidente della commissione Cultura, Lavoro e Formazione, Luca Sammartino – Abbiamo ascoltato le difficoltà di enti che rappresentano il patrimonio culturale della Sicilia e che chiedono a gran voce nuove norme per la ripartizione dei finanziamenti. In accordo con l’assessore all’Economia Gaetano Armao e con l’assessorato ai Beni culturali. Intanto – conclude il parlamentare Pd – ho chiesto alle associazioni di presentare delle proposte di riforma delle legislazione vigente. È indispensabile riformare radicalmente il sistema dei contributi per quelle realtà culturali che rappresentano un enorme patrimonio che rischia di sparire definitivamente».
L’assessore all’Economia, Gaetano Armao ha chiarito come per la Regione sia «impossibile intervenire sulle somme già stanziate per il 2017, ma per il prossimo anno la Giunta si impegnerà affinché possano essere riviste al rialzo le risorse destinate al Dipartimento dei Beni Culturali, cui le associazioni dipendono». «Bisogna sostenere le associazioni culturali ed i centri studi antimafia attraverso una nuova legge regionale che permetta a queste realtà di poter programmare in maniera adeguata le loro attività – ha detto Giuseppe Lupo, presidente del gruppo PD all’Ars – Le associazioni che hanno tradizioni e storie di particolare importanza, soprattutto in un ambito delicato come quello della conoscenza e del contrasto del fenomeno mafioso – ha continuato Lupo – meritano di essere qualificate come ‘Enti strumentali della Regione’. Serve una riclassificazione di questa categoria e bisogna inserire nel Bilancio della Regione un finanziamento strutturale triennale: queste realtà devono poter contare inoltre su un contributo annuale che può essere integrato in occasione di specifici progetti culturali. Sono convinto – ha concluso Lupo – che si debba intraprendere questo percorso, in raccordo con i responsabili delle strutture, per dare un assetto stabile ad attività che sono importantissime per la Sicilia».
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