Adeguamento e potenziamento dei centri per l’impiego, sia sul versante dell’incremento delle risorse umane, che su quello della riqualificazione del personale in carico. In vista dell’attuazione del reddito di cittadinanza, la politica regionale si interroga sui passi da espletare per il potenziamento dei centri per l’impiego. Ne ha discusso ieri la commissione Lavoro all’Assemblea regionale siciliana, trovando l’occasione per far sedere attorno allo stesso tavolo il neo assessore alla Famiglia, Antonio Scavone, i dirigenti dell’assessorato, i deputati componenti della Commissione e i sindacati. Per far luce, appunto, sui passi successivi, ma anche per cercare di fare chiarezza sul futuro degli ex sportellisti della Formazione professionale, già impiegati in un ruolo di orientamento al lavoro assimilabile a quello immaginato da Di Maio nella figura del navigator.
«In questo senso – spiega Scavone – l’obiettivo da parte nostra è ottenere le attenzioni del ministero per trovare una soluzione per gli ex sportellisti. E proprio per questa ragione ho chiesto che siano attivate delle convenzioni con lo Stato per poter contare anche su queste figure». La vicenda è nota: gli sportellisti e alcune sigle sindacali chiedono da tempo di essere utilizzati per il ruolo di navigator. Ma l’oggetto della contesa, fino ad ora, era stata la titolarità dell’istituzione che avrebbe dovuto occuparsi delle assunzioni di questi orientatori che affiancheranno i beneficiari del reddito di cittadinanza nella ricerca del lavoro: il governo nazionale, infatti, aveva più volte manifestato la volontà di bandire un «concorsone» per individuare i circa seimila navigator a livello nazionale. Ma in molti si opponevano a questa proposta, appellandosi al Titolo V della Costituzione, che attribuisce la competenza sulle politiche attive del lavoro a livello territoriale. «Mi sembra pleonastico – taglia corto Scavone – ribadire una cosa che già dice la legge: sono le Regioni ad avere competenze in materia».
Detto ciò, il neo assessore immagina un percorso per cui una parte del «potenziamento» dei centri per l’impiego riguardi proprio la valorizzazione del personale che già dipende dagli ex uffici di collocamento: «La legge prevede il potenziamento dei Cpi e anche la possibilità di modificare gli organici. Il nostro obiettivo è avere dei buoni centri per l’impiego, a cominciare dalla riformulazione del contratto dei regionali, così come previsto dall’accordo siglato con l’Aran, in modo tale da prevedere l’adeguamento e la progressione verticale del personale, nonché le qualifiche adeguate al ruolo. Non vogliamo dei centri per l’impiego in cui tutti fanno tutto, non è giusto per il personale e non è giusto per l’utente. Se c’è, faccio un esempio, un usciere che negli anni si è professionalizzato, che ha il titolo di studio e che può accedere a una qualifica superiore, dobbiamo dargli la possibilità di farlo».
E se il presidente della commissione Lavoro all’Ars, Luca Sammartino, chiede al ministro Di Maio di conferire alla Regione gli strumenti per accelerare l’iter del reddito di cittadinanza e al governo Conte «di darsi una mossa sui numeri e sulle risorse», Scavone in questo senso appare più fiducioso: «I tempi? Saranno velocissimi. Le cose che ho detto sono emendamenti che come conferenza delle Regioni abbiamo presentato al ddl che al momento è al Senato e che nei prossimi giorni approderà nuovamente alla Camera per il voto finale. Sono convinto che si partirà a stretto giro».
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