Da una parte Domenico Parisi, il presidente dell’Anpal (l’ente che sta gestendo le assunzioni dei navigator), l’uomo scelto da Luigi Di Maio per rivoluzionare i centri per l’impiego italiani e che ha lasciato momentaneamente gli Stati Uniti, il Missisipi, dove insegna all’università e dove ha messo in atto un innovativo sistema di incrocio tra domanda e offerte di lavoro che adesso il vicepremier pentastellato vuole importare in Italia. Dall’altra parte Antonio Scavone, assessore regionale alle Politiche sociali, lombardiano di ferro che ha abbandonato il suo terreno preferito, quello della Sanità, per abbracciare con entusiasmo quello del Lavoro. Due profili apparentemente lontani che martedì, però, al centro per l’impiego di Catania, sembravano quasi complici. Il primo nel ruolo di ospite interessato a «fare della Sicilia un esempio per il resto d’Italia» nell’efficientamento dei Cpi, il secondo nelle vesti di cicerone.
Nel lungo confronto tra i due, Scavone non ha perso occasione per mettere sul tavolo un tema che gli sta particolarmente a cuore: trovare una sistemazione ai 1.700 ex sportellisti della formazione professionale. Si tratta di figure che, a partire dal 2000, hanno lavorato presso enti privati a cui la Regione ha affidato competenze proprie degli ex uffici di collocamento. Sono nati così gli sportelli multifunzionali, che rispondevano di fatto tanto agli enti di formazione professionale dai quali dipendevano, quanto ai centri per l’impiego. Un folto gruppo che il governo Crocetta, nel tentativo abortito di ristrutturare il complicato settore della formazione (finito al centro di numerose inchieste giudiziarie, da quelle che hanno visto protagonista Francantonio Genovese all’ultima sul deputato Giovanni Lo Sciuto), ha di fatto messo alla porta.
Dopo circa cinque anni di inattività, con l’avvento della nuova rivoluzione dei Cpi, ecco che gli ex sportellisti sono tornati a sperare. Un’aspettativa che Scavone sta coltivando. «Ci aspettiamo – ha detto l’assessore al presidente Parisi, durante la visita al centro per l’impiego di Catania davanti a molti dipendenti – che si possa fare un ragionamento comune per investire su ciò che serve. Ogni regione ha la sua specificità, la nostra ne ha una in particolare, ne abbiamo parlato a lungo col presidente: abbiamo 1700 sportellisti che vengono in qualche modo da questo mondo e per i quali dobbiamo pensare a una soluzione e a una prospettiva. Il presidente mi ha dato ampie rassicurazioni perché il cuore generoso dell’Anpal e le risorse che ci sono potranno essere utili». La richiesta della Regione è che, nei prossimi bandi per le assunzioni (oltre ai navigator per cui il test sarà a fine giugno, in Sicilia dovrebbero arrivare altre 1.240 assunzioni fino al 2021) si inseriscano criteri che facilitino la partecipazione dei 1700 (la laurea, ad esempio, prevista nel primo concorso per navigator, non andava in questa direzione visto che molti ex sportellisti non ce l’hanno).
L’esplicita richiesta fatta dall’assessore avrebbe spiazzato i dipendenti del Centro per l’impiego che, finora e almeno fino all’autunno, stanno gestendo da soli l’ondata di lavoro legata all’operazione reddito di cittadinanza. Questo personale, peraltro, è in larga parte di fascia A e B (quelle più basse) e quindi non potrebbe, sulla carta, neanche svolgere quel ruolo di profilazione dei percettori del reddito e di matching tra domanda e offerta. Da qui la richiesta dei sindacati di avviare la riqualificazione, prevista nel nuovo contratto dei Regionali approvato proprio dal governo Musumeci: «L’assessore Scavone e il presidente Musumeci – dichiara Gaetano Del Popolo, responsabile regionale dipartimento Lavoro della Cgil – devono dire chiaramente se intendono valorizzare e rendere giustizia al personale che manda avanti i Centri per I’Impiego attraverso la sua riclassificazione. Le dichiarazioni dell’assessore, che sbandiera i grandi risultati ottenuti e disconosce il lavoro e la professionalità, seppur formalmente non riconosciuta, dei dipendenti di categoria A e B sono inaccettabili. Non si può tollerare che si ritardi ulteriormente il percorso della commissione paritetica per la riclassificazione, serve per rendere più efficiente la macchina amministrativa e per rendere giustizia alle aspettative del personale da troppo tempo disattese».
Intanto si va avanti lentamente. Solo il 24 giugno nei centri per l’impiego dell’Isola arriveranno dall’Inps gli elenchi dei percettori del reddito di cittadinanza. Da quel momento potrebbero essere chiamati per sottoscrivere il patto di lavoro, strumento propedeutico alla ricerca di un’occupazione. Ma anche in questa fase i navigator non ci saranno ancora. Il potenziamento dei Cpi rischia realmente di slittare al prossimo autunno.
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