LO HA RIBADITO IL VICE PRESIDENTE DI ANCI SICILIA, PAOLO AMENTA, NEL CORSO DI UN INCONTRO CHE SI E’ SVOLTO IERI A ROMA. LA VICENDA DOVRA’ ESSERE DEFINITA IL PROSSIMO 17 SETTEMBRE. DOVREBBE ESSERE ANCHE IL PRESIDENTE CROCETTA, CHIAMATO A FARE GLI INTERESSI DEI COMUNI SICILIANI E NON DEL GOVERNO NAZIONALE
Si è tenuto nel pomeriggio di ieri a Roma, presso la sede del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, presenti anche i vertici del Ministero dellInterno, con i rappresentanti del Cicam, il cartello che raggruppa a livello nazionale le più importanti Comunità di Accoglienza per minori, coordinato da Antonio di Pinto. All’incontro ha preso parte anche il Vice Presidente di ANCI Sicilia, Paolo Amenta, Sindaco di Canicattini Bagni, già componente della commissione nazionale di ANCI sullImmigrazione.
Tema: la questione dellassistenza dei minori stranieri non accompagnati ospitati dalle oltre 300 Comunità siciliane, questione che riguarda le strutture presenti nel Meridione, dalla Campania alla Calabria, dalla Puglia alla Basilicata.
In particolare, come già sollevato dal Vice Presidente di ANCI Sicilia, si è discusso della copertura finanziaria del sistema di accoglienza, a tuttoggi a carico dei Comuni, che a causa delle difficoltà economiche non hanno somme in Bilancio per pagare le fatture delle strutture e delle Cooperative che gestiscono i centri accreditati, con il conseguente collassamento di queste ultime.
I Centri di Accoglienza, infatti, è stato rimarcato nellincontro, sono ormai ad un passo dal fallimento.
“Non è un problema di poco conto – afferma il vice presidente di AnciSicilia, Amenta – perché se, come definito nel precedente incontro al quale siamo stati presenti, per il 2014 i problemi sono stati in parte superati attraverso lallargamento ai Centri del sistema Sprar il problema persiste per il pregresso”.
“Parliamo dal 2009 in poi – aggiunge Amenta – da quando è iniziato il fenomeno delle migrazioni di minori extracomunitari, oggi purtroppo, ingigantitosi a causa del peggioramento delle situazioni dei vari Paesi di provenienza di questi minori. Ragazzi che vengono assegnati dallo Stato alle strutture di accoglienza che poi fatturano ai Comuni, senza che i Comuni ne abbiano competenza, trattandosi di fenomeni eccezionali al quale devono fare fronte lo Stato e lUnione europea”.
Per sanare il pregresso ed evitare il fallimento delle cooperative e, in generale, delle strutture che gestiscono i Centri, servirebbero almeno 10 milioni di euro, che i Comuni non hanno e che bisogna che vengano reperiti dai vari Ministeri di competenza, anche attraverso un intervento normativo del Parlamento.
“Per il resto – aggiunge Amenta – come abbiamo ribadito nellincontro, e come sottolineato dagli stessi rappresentanti del Cicam, bisogna definire anche con le Regioni come intendono contribuire da questanno alla copertura dei costi sostenuti dai Centri di Accoglienza. Parliamo di quelli accreditati, non di quelli illegali, considerato che il costo giornaliero per ogni minore assistito (vitto, alloggio, vestiario, affitti strutture, istruzione, integrazione, ed altri servizi erogati) si aggira sugli 80 euro e il sistema Sprar prevede una copertura sino a 45 euro”.
“E’ necessario – precisa il presidente di ANCI Sicilia – che la Regione intervenga con un’integrazione, rivedendo i parametri e i requisiti strutturali del Regolamento del funzionamento delle strutture”.
“Di certo – prosegue Amenta – e su questo i Comuni sono stati chiari nel rifiutare le 20 euro che inizialmente i Ministeri avevano previsto, il problema dellassistenza ai minori stranieri è un problema dello Stato che si attiva già nel momento stesso che i migranti mettono piede sulle navi di Mare Nostrum, quindi sul territorio nazionale, e poi attraverso il decreto 403 nazionale, distribuiti nei vari Centri. E siccome siamo anche europei, deve essere anche l’Unione Europea, che domani attiverà Frontex, a dare risposte in tutte le fasi del percorso”.
“Non possono lasciare questo problema ai Comuni – aggiunge il vice presidente dell’ANCI Sicilia – molti dei quali sono già al dissesto economico a causa dei tagli e dei mancati trasferimenti finanziari di Stato e Regioni. Non perché i Sindaci non vogliono occuparsene, ma perché sono consapevoli di essere impossibilitati a farlo”.
“Penso, ad esempio – conclude Amenta – al Comune di Augusta, dove sono concentrati quasi tutti gli sbarchi, che attualmente è commissariato e gestito dallo Stato con tre Prefetti, che già sconta il peso di oltre 50 milioni di debiti e limpossibilità anche di garantire la mensa ai bambini delle scuole. Come potrà mai contribuire con proprie risorse allassistenza dei minori stranieri non accompagnati? Su queste risposte che ancora mancano, pertanto, nellincontro di ieri a Roma si è deciso di riconvocarci per il prossimo 17 settembre, sperando che questa volta sia presente anche il Presidente della Regione, Rosario Crocetta, che sarà invitato a partecipare, per vedere di definire la vicenda”.
Un pregiudicato 40enne di Grammichele gambizzato con due colpi di pistola nella piazza centrale della…
Catania è sempre più povera. Lo rilevano i numeri dei servizi della Caritas diocesana presentati…
«Riuniamoci e facciamogli guerra». Video pubblicati sul suo profilo social da un 60enne catanese, già…
Una grossa tartaruga Caretta caretta è stata trovata morta in una spiaggia a San Leone,…
Ci sono anche province siciliane tra le 33 in tutta Italia in cui la polizia…
Una casa nel centro storico di Ispica (in provincia di Ragusa) trasformata in un bunker…