Dopo la spettacolare eruzione di ieri, i Comuni della cintura etnea fanno i conti – letteralmente – con i problemi legati alla cenere vulcanica caduta durante la serata soprattutto nel versante Nord-Est del vulcano. «Tutto il paese è stato coperto da una coltre nera – spiega Rosa Maria Vecchio, sindaco di Linguaglossa – La quantità è stata minore rispetto alle altre, ma stavolta è caduta una polvere finissima che ha aderito completamente al manto stradale». Complice l’allerta meteo paventata per oggi, le scuole sono rimaste chiuse e le lezioni saranno sospese anche domani per il liceo scientifico, l’unico plesso che adotta la settimana lunga. «Stamattina abbiamo effettuato la pulitura delle zone a rischio, come quelle vicino all’ospedale, ma adesso con la pioggia è un problema». Una difficoltà che condivide un altro dei Comuni colpiti, quello di Piedimonte. «La pioggia ci sta complicando la vita – afferma con un sospiro Giuseppe Cassaniti della polizia municipale piedemontese – Oggi non siamo riusciti a pulire completamente le strade, dobbiamo aspettare che si asciughi. Per fortuna è una sabbia più grossa, ma rende sempre l’asfalto scivoloso».
In tutte le zone interessate è scattato immediatamente il divieto di circolazione dei mezzi a due ruote. «C’è sempre qualcuno che non lo rispetta – prosegue il responsabile – ma per fortuna non ci sono stati incidenti». «È la terza volta che ci ritroviamo a dover pulire dalla cenere, l’ultima volta abbiamo speso diecimila euro – afferma preoccupato Mario Olivieri, vicesindaco del piccolo comune messinese di Motta Camastra – Stiamo cercando di provvedere noi stessi, con i nostri mezzi, e con qualcuno che ci dà una mano». I fondi devono essere reperiti velocemente, «e non è facile farlo a fine anno, con i bilanci contratti», fa eco la collega di Linguaglossa. «Abbiamo già avvisato con dei telegrammi la protezione civile regionale e la Regione, ma come sempre non pensiamo interverrà qualcuno», commenta con amarezza il vicesindaco mottese. Più decisa Rosa Maria Vecchio: «Non può essere un problema che riguarda un singolo Comune, interessa tutto il territorio, deve intervenire la Regione». La sua amministrazione, per una pulizia totale si è trovata a spendere tra i quattro e i cinquemila euro per 60 ore di lavoro. Un’incombenza della quale si fanno carico anche i cittadini, ma che vede sommarsi anche i costi di conferimento della cenere in discarica.
Da Palermo, intanto, i deputati del Movimento 5 stelle all’Assemblea regionale chiedono interventi urgenti. Una mozione, prima firmataria Angela Foti, impegna «il governo a dichiarare lo stato di calamità al fine di permettere il ripristino dei danni». Una misura che coinvolge anche il governo nazionale con la richiesta di «sospensione della riscossione per situazioni eccezionali». «Questo problema – afferma Angela Foti – doveva essere già superato. Ad aprile l’aula aveva votato un ordine del giorno all’unanimità per chiedere al governo di attivarsi presso il ministero dell’Ambiente su questa drammatica situazione. La zona etnea si ritrova, dunque, dopo sei mesi, in ginocchio e senza alcuna certezza», denunciano i grillini.
[Foto di Salvo Landro per Etna walk]
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