Cefop 1/ Niente ammortizzatori sociali per i licenziati della formazione

da Fabrizio Russo
riceviamo e volentieri pubblichiamoi

Attivare la domanda per l’assegno di disoccupazione ovvero fruire della mobilità prevista dalla legge 223 articolo 9? Si tratta di quesiti rilevanti anzi rilevantissimi per i circa trecento lavoratori del Cefop licenziati appena in questi giorni.

Si tratta infatti del reddito che li garantirà per i prossimi mesi. Regna tuttavia una confusione generale dovuta prevalentemente al ricorso a strumenti e norme inediti per un settore come quello della formazione professionale siciliana che mai precedentemente aveva fatto ricorso agli ammortizzatori sociali.

Infatti solo da qualche anno i lavoratori della formazione siciliana hanno conosciuto forme di sostegno al reddito quale la cassa integrazione in deroga. Non è certo questa la sede per stabilire se il ricorso a tali strumenti sia stato o meno provvidenziale.

Quello che occorre invece è sgombrare il campo dagli equivoci e dalla confusione ed informare i lavoratori. Per questo abbiamo chiesto chiarimenti al coordinamento regionale dell’Inps attraverso il suo presidente, Franco Gioia, il quale, malgrado la sua disponibilità, non riesce a metterci in contatto con il dirigente del settore.

Ci siamo cosi rivolti all’assessorato regionale al Lavoro e, in particolare, alla dottoressa Francesca Garroffalo che, puntuale e precisa, ci dice in maniera netta che i lavoratori della formazione professionale siciliana, pur iscrivendosi alle liste di mobilità, non possono fruire del relativo reddito di sostegno. Per tali lavoratori la strada è quella di attivare richiesta di disoccupazione attraverso i patronati territoriali.

Alla fine della fruizione di tale indennità i lavoratori potranno presentare, attraverso i sindacati, istanza di mobilità in deroga. Strumento di sostegno al reddito molto simile alla Cassa integrazione in deroga. Infatti l’eventuale fruizione di tale indennità è legata alla sottoscrizione dell’accordo quadro Stato-Regione e soprattutto alla relativa disponibilità finanziaria.

I lavoratori in questione dunque debbono attivare celermente istanza di disoccupazione. Infine è bene chiarire, sia pur per sommi capi, che i lavoratori con meno di 50 anni fruiranno dell’assegno per otto mesi.

Al 60 per cento del retribuzione lorda media per i primi 6 mesi, al 50 per cento gli ultimi 2 mesi. I lavoratori oltre i 50 anni fruiranno della indennità di disoccupazione per 12 mesi di cui 6 mesi al 60 per cento per cento della retribuzione lorda media, 2 mesi al 50 per cento, i restanti 4 mesi al 40 per cento.

Resta chiaro che per tali lavoratori la partita non può essere legata alla attivazione della semplice istanza di disoccupazione, ma aprire al più presto un’interlocuzione con i ‘Palazzi’ regionali e con la politica per sbloccare risorse per il loro reinserimento lavorativo.

Redazione

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