A divulgare la notizia è Francesco Piastra, segretario della Fillea Cgil Palermo, tramite la sua pagina Facebook: oggi sono stati annunciati altri 45 licenziamenti per gli operai della Cefalù 20, l’impresa edile impegnata nei lavori del raddoppio della tratta ferroviaria Fiumetorto-Ogliastrillo. Dei lavori, che dovrebbero essere portati terminati nel 2017, un buon 70 per cento è già stato completato. I licenziamenti dovrebbero, invece, partire nel mese di dicembre. «È un esubero legato al completamento dell’opera – spiega Piastra – Di fronte alla crisi del settore edile non ci possiamo permettere i licenziamenti non giustificati come quelli della Sis col passante ferroviario e occorre che gli altri cantieri già appaltati in provincia di Palermo, dove la crisi è consistente, vengano messi subito in condizione di partire per evitare che si allarghi il vuoto d’occupazione nel settore».
Tra gli appalti da troppo tempo in stand by e per il quale la Fillea sollecita uno sblocco immediato ci sarebbe anche quello di Ogliastrillo Castelbuono: anche in questo caso, i lavori – iniziati due anni fa con la Toto Costruzioni, ma mai ufficialmente entrati in regime – servirebbero per la realizzazione del raddoppio ferroviario, passando per Cefalù. Un’opera dal valore di 500 milioni e che potrebbe dare lavoro a tante persone quanto è il suo valore economico. «Chiediamo che vengano definite al più presto le assunzioni: in quest’opera potrebbero lavorare 500 persone. Sappiamo che tutti i permessi necessari all’impresa, che dovevano essere concessi da Rfi – Rete ferroviaria italiana nda – ci sono già da luglio, eppure ancora non si è mosso nulla», precisa a MeridioNews il sindacalista. Grazie alle pressioni del sindacato, la Toto Costruzioni ha fatto sapere che a breve partiranno i lavori, però per la cantierizzazione vera e propria ci vorrà altro tempo. «Ci sono comunque tante opere collaterali che potrebbero essere più spedite e che ancora nemmeno partono. Abbiamo chiesto un cronoprogramma, dalla prossima settimana torneremo all’attacco», assicura.
Ma i cantieri rimasti incompiuti che si potrebbe tirare in ballo sono davvero tanti. «Ci sono anche gli appalti citati dal Comune di Palermo nel piano annuale delle opere pubbliche, e se effettivamente quelle somme ci sono, devono tramutarsi in appalti – continua Piastra – Da agosto sino ad oggi abbiamo già perso, secondo le statistiche, 450 posti di lavoro a cui bisogna aggiungere i 250 a rischio della Sis, e già sono 700, più gli altri 45 che si concretizzeranno a dicembre». È drammatico, quindi, lo scenario prospettato dal segretario della Fillea Cgil. «Il settore edile è stato colpito da una riduzione pari al 40 per cento della forza lavoro», denuncia. «Secondo me – conclude – le istituzioni dovrebbero essere più spingenti con le imprese che devono fare questi lavori, perché una volta firmato un contratto, bisogna onorarlo. Invece continuano i ritardi e saltano tutte le tempistiche». Questi ed altri problemi saranno affrontati a breve nel tavolo tecnico chiesto alla Prefettura, per il quale il sindacato aspetta conferma della data.
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