C’è posto per me?

Risaputo: qui in Italia non c’è lavoro e per quel poco che si trova vi è una competizione quasi selvaggia. Perciò frustrati e insoddisfatti cerchiamo come meglio possiamo di entrare nei nuovi scenari di quest’epoca. Così i giovani in fretta si muovono e accaniti sperano di trovare qualcosa altrove, alimentando la migrazione europea.

Meta diffusa e scelta consapevolmente nel nuovo millennio risulta per molti Dublino: diventata ultimamente un crocevia di giovani europei e non, tutti ragazzi che come me provano ad amalgamarsi con le altre culture, a migliorare un po’ Il proprio futuro e a cogliere le opportunità della globalizzazione, prima di rimanere tagliati fuori.

Ad affollare la capitale dell’Irlanda sono soprattutto spagnoli e italiani, uniti da una simile cultura e da basi comuni: scarsa conoscenza dell’inglese e poche possibilità di lavoro; se per noi in Italia cercare un lavoro è di per se un lavoro, a Dublino ti chiamano già dalla prima settimana. Sono richiesti in maggioranza: speaker di ogni nazionalità europea nei vari call-center, chef, aiuto – chef, commessi, coffe boy/girl, baristi, lavapiatti, cassieri e camerieri.

Così passeggiando per le vie affollate di Dublino, da O’Connell St. a Grafton St., passando per O’Connell Bridge che da sul fiume Liffey, arrivo al tanto nominato Temple Bar; è il quartiere più antico di Dublino dove s’incontra la maggior parte dei giovani, tra le decine di pub, ristoranti, gallerie d’arte avanguardista, centri culturali e negozi, immersi nella musica e nella Guinness, sempre pronti alla conoscenza reciproca fatta di progetti ed esperienze comuni.

E così conosco Roberto e Andrea, uno di Trento l’altro calabrese, entrambi 23enni neolaureati che da 6 mesi vivono a Dublino e lavorano come speaker in un call-center. Dividono un appartamento accogliente e sostengono di guadagnare abbastanza (circa 1.600 euro al mese) da permettersi di pagare l’affitto e qualche uscita notturna.

La vita in ostello è molto piacevole, sono in camera con 3 australiane, una spagnola e un’amica italiana. Le australiane sono lì in vacanza, la spagnola invece è a Dublino da quattro mesi per imparare l’inglese, ha 25 anni lavora in un pub e prende circa 8 euro all’ora, (impensabile per chi come me ne prende al massimo 5), dorme in ostello, con 90 euro a settimana risparmia, è a contatto con tanti giovani e sicuramente ha molte più possibilità di esercitarsi con l’inglese.

Antonio, 24enne napoletano doc, mi racconta di avere subito trovato lavoro come aiuto chef; a giorni passerà a chef effettivo e guadagnerà circa 1.400 euro al mese. Antonio mi sottolinea più volte come siano stati cordiali e pazienti con lui nonostante all’inizio non spiccicasse parola in inglese.
Marcel, 22 anni, è partito da Madrid per girare l’Europa, dice che si fermerà a Dublino per 5-6 mesi per poi far tappa in Italia; ha trovato lavoro come commesso in un negozio di O’Connell street, prende 1.300 euro al mese, anche lui vive in ostello e come molti altri è lì soprattutto per imparare l’inglese.

Questo è quanto offre Dublino, una città a misura d’uomo, a noi giovani europei. Certo la vita è un po’ più cara, per un pacco di Camel Light da dieci mi hanno chiesto 3,25 euro, gli affitti un po’ alti, ma se penso al pesante aumento degli affitti delle case per noi studenti a Catania, al prezzo delle sigarette in Italia che cresce di giorno in giorno, e in relazione agli stipendi di qua, Dublino non mi sembra più tanto cara.

E sì perché se la mia isola così soleggiata, se la mia isola così piena di bellezze naturali e tradizioni popolari ha poco o niente da offrirmi, io comincio a preoccuparmi: ‘porto pazienza’, aspetto qualche volo economico e vedo un po’ che c’è qua fuori!

Links utili:

www.youthinformation.ie

www.irishjobs.ie

Luisa Salici

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