L’assessore regionale alle Autonomie Locali, Caterina Chinnici, si è dimessa dalla giunta del governatore, Raffaele Lombardo. A quanto pare, per lei, sarebbe pronto un incarico al ministero della Giustizia.
Non ne sentiremo la mancanza: come assessore è stata, praticamente, invisibile.
Quello che è certo è che, le sue dimissioni non faranno dimenticare la sua scelta di rimanere in un governo, quello siciliano, guidato da un Presidente della Regione indagato per mafia. Andarsene ora, ad un mese dalle dimissioni di Lombardo, non la ‘purificherà’. La nave sta affondando e lei prende un areo, facile.
Come sappiamo, è figlia di un eroe siciliano: Rocco Chinnici, magistrato ucciso dalla mafia nel 1983. Tutto ci si poteva aspettare da sua figlia, tranne che restasse a fare parte di una giunta sul cui presidente gravano pesanti accuse formulate dalla Procura di Catania. Ma tant’è.
Come abbiamo detto ieri, per il caso di Lucia Borsellino, le colpe dei padri non ricadono sui figli e, purtroppo, neanche i meriti. Ma la responsabilità di un cognome che è sinonimo di legalità, non può essere sottovalutata. Come, forse, ha fatto la Chinnici. Buon viaggio.
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