Catania, vigili del fuoco senza unità e fondi «Costretti a metterci i soldi di tasca nostra»

«In prossimità del periodo estivo vogliamo denunciare la grave situazione in cui si trovano a operare i vigili del fuoco del comando di Catania». Con queste parole il segretario di Funzione pubblica Cgil di Catania Gaetano Agliozzo apre la conferenza stampa che intende «informare i catanesi sulla grave carenza di personale del corpo», spiega il dirigente. Al suo fianco siedono il segretario provinciale Armando Garufi, il coordinatore provinciale dei vigili del fuoco Salvatore Di Dio e il vigile del fuoco del distaccamento di Acireale Giovanni Mendola. «Le emergenze che il corpo si trova ad affrontare sono troppe e, a volte, per aggirare un problema di manutenzione a un mezzo molti miei colleghi mettono i soldi di tasca propria», sostiene Di Dio. Che aggiunge: «Nel 2012 abbiamo già denunciato una situazione di mancanza di personale e di fondi per acquistare il carburante e per la manutenzione dei mezzi ma – continua – le cose sono andate a peggiorare di anni in anni anziché migliorare».

Mancanza di personale – che per lo più si attesta su un’età media tra i 40 e i 50 anni -, presenza di mezzi vecchi di trenta o quarant’anni, assenza di denaro per acquistare il carburante e necessità di spostare unità operative dai distaccamenti Porto-Aeroporto in altre aree. Sono questi i fattori che rischiano di abbassare il livello di operatività del comando dei vigili del fuoco di Catania. Che non può contare su più di una squadra operativa di cinque persone. «La conseguenza è un clima di grave stress psicofisico che ha portato diversi agenti ad ammalarsi», racconta Agliozzo. Che fa un esempio: «Da quando è crollato il viadotto che collegava la città di Palermo a Catania, molti vigili pendolari hanno sviluppato problemi di stress che li hanno costretti a un legittimo periodo di riposo». Il risultato però è stato «un ulteriore aggravamento della mancanza di personale», precisa Agliozzo.

E, facendo i conti, Di Dio afferma: «Il soccorso per la sola città di Catania è affidato a una squadra di soli cinque vigili del fuoco ed è chiaro che così non si può lavorare». «Il dato che deve fare riflettere è che il comando non può intervenire repentinamente perché il raggio d’azione è molto ampio e va a coprire anche altri Comuni», incalza Agliozzo. Che aggiunge: «D’altra parte però a volte sono proprio i comandi di questi altri Comuni a sopperire alle emergenze etnee con il rischio che magari Acireale, Riposto, Paternò e simili rimangano sguarniti». La disorganizzazione del servizio di soccorso si avverte anche nel Comune di Acireale. «Tra ferie e malattie la squadra attiva è composta da cinque unità come a Catania ma con un territorio meno ampio da coprire », afferma Mendola.

Parla invece di cattiva gestione di fondi il segretario provinciale Funzione pubblica Garufi che punta l’attenzione sulla costruzione del nuovo distaccamento sud nella zona Pigno. «Il denaro è stato assegnato 15 anni fa così come in quello stesso periodo è stato individuato il terreno dove sarebbe sorto. Che fine ha fatto il progetto?», domanda. «Sarebbe più che mai utile avere risposte in questa direzione visto che l’attuale distaccamento sud è in fase di chiusura», risponde Agliozzo. Che conclude: «Ogni anno organizziamo questo incontro con la stampa perché l’opinione pubblica sappia in quali condizioni operano i vigili urbani e – prosegue -, perché non imputino alle unità le inefficienze del soccorso».

Cassandra Di Giacomo

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