«Chi è l’ultimo?». Ma anche «C’ero prima io» oppure «Ma chi cecca di fari u spettu, lei?». Può capitare a chi abita a Catania di sentire frasi del genere aspettando il proprio turno in un ufficio pubblico. Nello specifico succede negli uffici postali di via Carnazza Amari nella zona della Civita e in via Vittorio Emanuele, proprio di fronte al liceo Boggio Lera. In questi uffici postali, infatti, non esistono gli elimina code e ai cittadini tocca organizzarsi da soli per pagare i propri bollettini o per ritirare la pensione.
«Qui non ci sono mai stati i numeri, anche se sarebbe meglio perché certe volte si crea molta confusione», afferma una signora all’uscita della posta della Civita. L’ufficio è piccolo e di recente è stato anche ristrutturato, come racconta un signore in attesa. Ma il problema non è nuovo e rimane un disservizio per i cittadini che a volte si trovano a litigare per il rispetto del turno. «Dipende dal direttore dello sportello», dice un cittadino. «Occorre aspettare continua D’altra parte siamo anche un po’ in Libano, non in Sicilia».
Situazione molto simile nello storico ufficio di via Vittorio Emanuele. «Qui è sempre stato così, sin da quando mia mamma veniva a ritirare la pensione dichiara un’anziana signora Adesso che la prendo io non è cambiato niente, ma per me non è un problema. Ci autogestiamo facendo attenzione a chi cerca di fare il furbo». Non è dello steso avviso la ragazza accanto: «Con i numeri sarebbe molto meglio e poi non ci sono neanche le sedie se qualcuno, magari anziano, ne avesse di bisogno».
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