Ci risiamo. Dopo sei anni ancora trambusto in piazza Stesicoro a Catania questa mattina attorno all’edicola della discordia. Vigili urbani, polizia e mezzi speciali erano tutti pronti per smantellare la struttura (quella delle tre posta allangolo sinistro, accanto al venditore dei gelati espressi, per capirci) che, secondo i dirigenti comunali, è abusiva. «Queste persone sono prive di qualunque titolo valido. E stanno facendo una occupazione illegale di suolo pubblico», afferma perentorio Roberto Politano, direttore alla attività produttive del comune di Catania.
Non è dello stesso avviso il proprietario Fabio Spampinato che, insieme con i fratelli e il padre, incatenato per protesta dentro il chiosco dei giornali, cerca di difendersi, carte alla mano. «Ho sempre fatto tutto in regola, e non è giusto che per un errore del Comune ci vadano di mezzo dei liberi cittadini che lavorano per guadagnarsi il pane». La questione è infatti lunga e un po ingarbugliata. Spampinato compra ledicola nel 2005 con entrambe le autorizzazioni necessarie: concessione per il suolo pubblico e concessione amministrativa (che autorizza al commercio di giornali e periodici), questultima “in sanatoria” da parte del Comune. Era infatti in corso un procedimento al Tar (Tribunale amministrativo regionale) in merito. La sentenza arriva con esito negativo nel 2010. Il problema starebbe nel fatto che la legge regionale a cui ha fatto riferimento il Comune non è più valida e decadendo unautorizzazione decade anche laltra. Chiederne una nuova, inoltre, non è possibile perché oggi si eccederebbe nel numero di edicole presenti nella zona.
Ma Spampinato, che ha investito tempo e denaro, non si dà pace e decide di opporsi. «Ho subito fatto ricorso al Tar e ho anche chiesto una sospensiva allufficio comunale preposto che già altre volte aveva notificato lo sgombero, ma non ho mai ricevuto risposta e oggi siamo qui», afferma, spiegando anche che in realtà non ci sarebbe stato bisogno di una nuova autorizzazione. «Sembra sia andata persa lautorizzazione del 1967 che invece esiste, eccola qua afferma mostrandoci il documento che bisogno cè di tutto il resto? È fatto apposta per togliermi ledicola?» si chiede. E a sostegno della sua tesi racconta anche che già nel 1993 lallora sindaco Enzo Bianco aveva firmato una ordinanza di demolizione, annullata poi nel 2006. «La mia è unedicola storica, esiste in piazza Stesicoro da sempre e inoltre è il mio lavoro. Con le liberalizzazioni del governo Monti ero convinto che si sarebbe risolto tutto e invece le cose peggiorano. Cosa devo fare adesso?», chiede ancora.
Eppure per i funzionari del Comune non ci sono dubbi. «Hanno acquistato a loro rischio e pericolo, sapendo che lesito era condizionato dallesito della sentenza del Tar», dichiara Margherita Cuscunà, funzionario responsabile dellufficio per il suolo pubblico. «Posto che abbia sbagliato aggiunge il Comune lha fatto in buona fede, applicando una legge regionale che poi la Regione stessa ha abrogato».
Alla fine il chiosco dei giornali non è stato tolto, per oggi, anche se l’edicola non è aperta alla vendita ed è stata elevata una multa. Il consigliere Maurizio Mirenda, presidente della VI commissione consiliare permanente alla attività produttive, ha cercato di calmare gli animi e ha proposto un incontro domani mattina con il sindaco Raffaele Stancanelli. «Cercheremo di capire se esiste davvero una incongruità nei documenti, come afferma la famiglia Spampinato oppure no».
Speranze ancora accese, dunque, almeno fino a dopo lincontro. Chissà se la settimana prossima non si ripresentino i mezzi speciali per caricare la struttura.
[Foto di Google map]
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