Come sempre avviene nei momenti di difficoltà, tocca all’amministratore delegato rossazzurro Pietro Lo Monaco fare il punto della situazione nel consueto appuntamento del venerdì con la stampa: la sconfitta di lunedì scorso con il Trapani, che ha messo la parola fine al sogno della promozione diretta in B, è una ferita ancora fresca, come ammette lo stesso dirigente. «È un ko che ci ha dato una botta importante, alla luce di quello che è stato il corso del campionato. Non dobbiamo infatti dimenticare – prosegue – che questa è una stagione giocata alla grande sia da noi, che da Lecce e Trapani. Abbiamo avuto – afferma il direttore – le opportunità per poter chiudere il discorso: basti pensare alle ultime due partite in casa con Juve Stabia e Trapani giocate davanti a 15 e 20.000 persone, ma ci siamo fatti sfuggire questa grande opportunità».
Lo Monaco è, come sempre in queste occasioni, un fiume in piena. «Non esiste – afferma – in Serie C una piazza in grado di portare 20.000 spettatori allo stadio. Però – chiarisce con veemenza – non sta scritto in nessuna Bibbia che il Catania debba vincere in campionato, solo in virtù del fatto di avere un gran pubblico: non ci siamo soltanto noi. Ho sentito qualcuno dire – specifica il dirigente etneo – che in caso di mancata vittoria sarebbe un fallimento. Bisogna stare attenti quando si fanno questi analisi: squadre come il Lecce – ribadisce Lo Monaco – provano a salire di categoria da sei anni, investendo fior di milioni. Noi non abbiamo la loro forza, ma siamo comunque riusciti a mettere in piedi una squadra competitiva».
Invece di creare delle aspettative assodate e scontate, il Direttore ricorda ai presenti qual è la difficile situazione economica dalla quale la società di Via Magenta sta cercando di uscire. «Siamo i primi a essere delusi, ma non dimentichiamo che siamo precipitati in C a causa di uno tsunami che ha rischiato di distruggerci. Serve tempo – ricorda Lo Monaco – per provare a risolvere una situazione economicamente fallimentare. Da un anno e mezzo lo stiamo facendo con grande fatica, disputando una sorta di campionato parallelo. Noi siamo una società viva, in crescendo: entro il 30 aprile – ribadisce l’amministratore delegato – onoreremo i debiti con tutte le consociate Fifa, quindi dovremo pensare alla questione degli stipendi fino a tutto maggio e a sistemare le rateizzazioni Iva. Si tratta di un lavoro immenso, ma dovremmo riuscire a chiudere questo cerchio».
Il Catania è dunque una società che sta provando a crescere sia dietro la scrivania che sul campo da gioco. «Due anni fa ci siamo salvati all’ultima giornata, lo scorso anno abbiamo disputato i playoff, quest’anno – va avanti Lo Monaco – abbiamo lottato fino alla fine per la vittoria. Abbiamo ri-patrimonializzato il Catania, con 4-5 giocatori che possono fare mercato (Barisic, Khalifa, Bogdan, Di Grazia, ndr). Ci mangiamo le mani per come abbiamo dilapidato la possibilità di prendere il volo, ma è successo e bisogna prenderne atto. Adesso – avverte l’ad – inizierà un nuovo campionato da affrontare. I playoff sono un terno al lotto: si vincono allestendo una buona squadra e un adeguato staff tecnico. Faccio i doverosi complimenti al Lecce – afferma Lo Monaco, ponendo di fatto fine alle schermaglie verbali coi salentini – adesso ci concentreremo sugli spareggi provando a farli nostri».
L’obiettivo finale di Lo Monaco, nonostante tutte le difficoltà, rimane sempre e soltanto uno. «Andremo avanti comunque vada, vogliamo che il Catania torni a casa propria (in Serie A, ndr) e sarà l’ultima cosa che ci siamo ripromessi di fare. Dopo Trapani – ammette – per due giorni non avevo voglia di parlare con nessuno, ero molto deluso. Mi auguro però che questa batosta possa essere somatizzata subito e che si possa ripartire. Per i playoff – ribadisce Lo Monaco – serve gente fresca: noi abbiamo un organico di 24 giocatori, starà al tecnico sfruttare l’ampiezza della rosa. Noi, comunque, non molleremo fino all’ultimo».
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