IN SICILIA PER PRESENTARE UN PROGRAMMA DI STUDIO OFFERTO AI GIOVANI, L’AMBASCIATORE NON HA VOLUTO DOMANDE DAI GIORNALISTI. CHE INEVITABILMENTE AVREBBERO RIGUARDATO IL MUOS DI NISCEMI
DI Francesco Giordano
“Sono contento di essere per la prima volta a Catania, sono veramente impressionato dalla bellezza e cultura di questa città, spero di tornare presto qui e in Sicilia, che è molto amica e ospitale verso il popolo americano”. Così l’Ambasciatore degli USA in Italia, l’avvocato John R. Phillips, in visita ufficiale ieri a Catania, seconda tappa in terra di Sicilia del nuovo rappresentante della repubblica stellata, nominato dal Presidente Obama nel 2013. L’altro ieri Phillips era stato a Palermo, accolto dal vice Sindaco e dal Sindaco Orlando in videoconferenza.
Felice di accogliere l’ospite, nel pomeriggio primaverile dell’otto aprile, il Sindaco etneo Enzo Bianco, che dopo un breve e intenso colloquio ha presentato alla stampa ivi convenuta (pochi ma significativi i colleghi, invero: peccato perchè l’uomo meritava e l’occasione era non frequente) l’ospite, accompagnato dal Console USA di Napoli (rappresentanza che ha inglobato le funzioni del consolato in Sicilia, soppresso), Colombia Barrosse, la quale più volte ha visitato la Sicilia.
“La Sicilia e in particolare Catania hanno un rapporto antico e intenso con gli americani: grazie agli alleati angloamericani la Sicilia fu liberata dal fascismo. Inoltre abbiamo comuni legami e ospitiamo una importante base militare, quella di Sigonella”, ha detto Enzo Bianco, specificando alla stampa a margine dell’incontro, che non si è assolutamente parlato della questione MUOS con l’Ambasciatore Phillips, poichè non in agenda.
E’ stato annunciato che in base a un preciso programma, diciassette scuole in Sicilia, di cui otto nella parte orientale, usufruiranno di una particolare borsa di studio messa a disposizione dal Governo americano per la reciproca conoscenza; sono poi stati affrontati temi concernenti il commercio e l’incremento delle relazioni sociali tra i due popoli.
“A nome del Presidente Obama ringrazio il popolo italiano per l’affettuosa accoglienza e sono grato della calorosa ospitalità in Sicilia”, ha concluso la dichiarazione l’Ambasciatore Phillips il quale, nonostante conosca la lingua italiana perchè discendente di emigrati dal Friuli (il vero cognome, Filippi, fu americanizzato), ha scelto come è giusto di esprimersi nella lingua inglese.
Alto, simpatico, occhi azzurri, un settantunenne di successo, si può dire l’avvocato Phillips, la cui moglie Linda Douglass è una celebre giornalista e già consulente di Hillary Clinton e poi responsabile della campagna elettorale di Obama. Phillips è famoso negli USA per aver vinto cause di oltre 10 miliardi di dollari con le case farmaceutiche americane a favore del Governo federale, e per la sua attività a pro della popolazione più bisognosa, che ha conosciuto di persona da sempre e soprattutto durante le ultime presidenziali. Un uomo di livello e umile, come si addice a chi deve impersonare l’american dream.
Nota di colore: nella mattinata l’Ambasciatore e alcuni amici, in assoluta riservatezza e con una automobile messa a disposizione dalla compagna del Sindaco Bianco, vestiti come qualunque turista, hanno fatto visita all’ex Monastero dei Benedettini, arca suprema del potere monastico e politico nei secoli dei Vicerè a Catania, oggi sede delle Facoltà universitarie, e poi si dilettarono negli acquisti di ceramiche. E dato che Enzo Bianco è stato anche Ministro degli Interni del governo nazionale, nonchè notorio amico degli USA (al bavero della giacca ha sfoggiato il “great seal” sigillo dello stato federale), questa prima visita dell’Ambasciatore americano in Sicilia, a Catania, ha la sua importanza più che simbolica. Perchè i simboli contano ancora, a dispetto di chi inopinatamente li dimentica.
Francesco Giordano
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