Catania costruito per vincere il campionato? Tutte le follie di uno strano pomeriggio

Dopo la prima, la seconda «sconfitta». È troppo presto per dare giudizi ma è molto pericoloso ignorare alcuni segnali. Un po’ come i primi esami dati all’università. Due passaggi andati male, quando ne mancano quaranta, faranno pure media ma pesano ancora troppo poco per precludere come per prenotare qualsiasi risultato. Qualcosa però vorranno pur dire.

Il Catania ha il migliore potenziale offensivo ma anche la peggiore espressione difensiva del torneo. Cinque reti fatte, come nessun altro: tutte su azione manovrata e finalizzata in area di rigore, comprese le occasioni che portano ai due tiri di Rosina dagli undici metri. Sei reti subite, come nessun altro: per errori propri, evidenti, marchiani, che portano rigori ed infortuni altrettanto gravi.

Nessuna delle candidate alla promozione è in vetta. Anzi, lo è il Perugia che, neopromossa, ne ha affrontate e sconfitte due alle prime due giornate: Bologna e Bari. Sabato prossimo il Perugia affronterà proprio il Catania. Considerazione ben lontana dal «mal comune, mezzo gaudio». Mentalità, preparazione? Il Catania deve interrogare se stesso su quali lacune colmare, prima di ragionare su come ridurre il divario con la testa della classifica.

Due calci di rigore subiti e due realizzati, due rossi e nove cartellini gialli a carico del Catania, cinque rimediati dagli avversari più un rosso: in serie B si combatte tutti contro tutti e l’arbitro sta nella mischia. Sebbene imparziali, con qualche errore, fischietto e bandierina possono inclinare il tavolo da gioco dall’una o dall’altra parte. Non essere in grado di difendere il risultato per quattro volte in due partite è uno spreco imperdonabile: si tratti di vittoria o di pareggio.

Calaiò non ha un vice, Rosina non ha eguali, Peruzzi non ha concorrenza. Frison e Terracciano non danno certezze. Se alcuni elementi giocano per come possono (e non per come potrebbero…), giocano da titolari e non vengono neanche sostituiti, vorrà dire che sono la migliore tra le alternative possibili. Fuori dal mercato e fuori discussione, allora tanto vale riconsiderare alcune alternative possibili, anche giovanissime. Così, giusto per non buttare nel cestino i preziosi appunti della passata stagione.

Di giornate ne sono passate appena due.  Nel passato recente, squadre che hanno poi «ammazzato» il campionato sono partite con meno mordente del Catania, organico non meno accreditato e risultati comunque disastrosi. Di tempo quindi ce n’è, e se partire in rincorsa può essere visto come passo falso, è la velocità di marcia che determinerà l’ordine d’arrivo. Però… è l’ora di muoversi anzi, di correre: che è l’ultimo appunto da sottolineare.

Marco Di Mauro

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