Catania, città povera e sotto sfratto La Caritas presenta i dati dell’emergenza

Un uomo, una donna e un neonato in un auto, al freddo. E’ questo il presepe realizzato dagli studenti del liceo artistico all’ingresso dell’Help center della Caritas nei pressi della stazione centrale di Catania. Una moderna mangiatoia, spaccato della realtà con la quale i volontari hanno ogni giorno a che fare. «Siete riusciti a esprimere bene l’idea del Natale sfrattato», così padre Enzo Algeri – direttore della Caritas diocesana etnea – descrive il lavoro dei ragazzi. «Raffigura una realtà che purtroppo esiste». E’ proprio l’emergenza abitativa il tema del dossier presentato stamattina. Sfratti in aumento, 12mila domande per un alloggio popolare inevase (mentre l’Istituto che dovrebbe occuparsene vive problemi burocratici e giudiziari incredibili), l’esasperazione che fa esclamare «adesso occupo il centro sociale».

«In Sicilia una famiglia su tre raggiunge la soglia di povertà», spiega Gino Licitra. Ogni giorno si affrontano situazioni diverse che hanno un unico denominatore: la mancanza di un tetto. Dalla donna costretta a diventare affittuaria della sua stessa casa venduta dalla banca per i debiti contratti per poter curare il marito, a chi ha perso un lavoro e fatica a trovarne uno anche in nero. E poi la madre costretta a chiedere un prestito tramite il servizio di microcredito per il figlio, le storie quotidiane di chi non riesce a pagare il mensile. «Viviamo di questi problemi», afferma Licitra mentre scorre i dati raccolti nel dossier Vite in salita. Su mille ascolti effettuati tra gennaio e luglio 2012, il 22 per cento degli intervistati ha affermato di avere difficoltà abitative. A novembre la percentuale è salita al 30. Aumentano anche le famiglie che vivono in alloggi di fortuna o in case – più o meno rifinite – occupate abusivamente. L’affitto rappresenta il 40 per cento del budget a disposizione delle famiglie catanesi. Il 60 per cento delle famiglie non proprietarie di un immobile soffre proprio per questa pesante voce. Inevitabile è la crescita del numero di sfratti. Sono 1004 quelli emessi tra Catania e provincia, 2559 quelli per cui è stata richiesta l’esecuzione. La città è al quarto posto in Italia nel 2011 e la sua posizione per il 2012 non sarà di certo inferiore.

Con una previsione di certo non rosea per i prossimi mesi, l’emergenza diventa un problema anche alla luce del prossimo sgombero annunciato delle fosse di corso dei Martiri. Un numero imprecisato di persone alle quali dare assistenza, come è stato fatto per quelle del campo rom nei pressi dell’aeroporto. Un caso nel quale – come spiega Carmela Campione, responsabile del Comune per le problematiche riguardanti i Rom – «abbiamo accompagnato molti degli occupanti in un percorso di integrazione». Un metodo sperimentato anche per lo sgombero del palazzo di cemento. Non tutti accettano di affrontare una strada diversa dall’assistenzialismo, però. «Nei grossi numeri può sembrare una goccia nel mare», riconosce Campione. Ma in passato gli interventi di pura natura economica non si sono tradotti in una soluzione. «Dare 500 euro a una famiglia può significare aiutare a risolvere un problema – spiega la responsabile – Ma ci sarà anche chi andrà a comprarci un televisore». Proprio per evitare problemi del genere, padre Enzo Algeri anticipa un’iniziativa della Caritas: un corso di economia domestica, una serie di lezioni pratiche per spiegare come impegnare le – a volte scarsissime – risorse che una famiglia deve gestire.

Gestire fondi esigui è un problema anche per chi aiuta. Dai tagli dell’Unione europea al banco alimentare (dall’anno prossimo senza fondi pubblici) a quelli a livello locale alle associazioni che lavorano sul territorio. Un po’ di respiro lo guadagnano le attività comunali grazie anche all’approvazione del bilancio. L’attività di assistenza – grazie al capitolo dedicato – verrà affrontata con maggiore sicurezza. «Abbiamo una sommetta che ci darà respiro e permetterà la messa a regime del sistema così come lo abbiamo applicato nel campo di Fontanarossa», spiega Carmela Campione.

Il ricorso al cittadino diventa dunque fondamentale. Gino Licitra, riferendosi all’emergenza abitativa, lancia un appello ai proprietari di appartamenti vuoti: «Contattateci e metteteli a disposizione con un affitto a canone equo», è l’invito. E in periodo di crisi, in controtendenza, non diminuiscono le donazioni, come sottolinea padre Algeri. «Segni di solidarietà che ci fanno ben sperare», li definisce.

Carmen Valisano

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