Castiglione, chiodi nelle gomme delle auto dei turisti Gestore albergo: «Per qualcuno chi arriva è nemico»

Stanno quasi per perdere il conto, a Castiglione di Sicilia, di quelli che sembrano sempre meno episodi delinquenziali di routine e sempre più azioni con altre finalità. Ieri una coppia di ospiti dell’albergo diffuso del centro etneo si è ritrovata davanti alle ruote della propria auto, parcheggiata su via XXIV maggio, squarciate e bucate con dei chiodi. A pochi passi dal luogo che avevano scelto per il loro relax. La struttura si trova nel quartiere ebraico del Comune fra Etna e Alcantara ed è uno degli esempi di quelle nuove forme di ospitalità, creata dal recupero delle vecchie case del centro storico, tese a rivalutare i borghi dell’entroterra siciliano. 

Per questo l’ultima puntata di una lunga scia di danneggiamenti e gomme bucate, sempre ai danni dei veicoli di turisti, fa indignare più di quando accada di solito. L’ultima volta era successo agli inizi di settembre, con lo stesso copione: tagli agli pneumatici delle auto parcheggiate, denuncia di rito contro ignoti, turisti inferociti e la triste promessa: «Qui non ci torniamo più». Stesse parole le hanno ripetute le ultime vittime al proprietario della struttura, Nunzio Valentino. «Sono tanto amareggiato da non riuscire più ad arrabbiarmi – dice il gestore dell’albergo a MeridioNews – comincio a pensare che i turisti, anziché essere accolti a braccia aperte, da qualcuno vengano considerati dei nemici». 

A inquietare è appunto il corposo elenco di episodi registrati, che per Valentino comunque non nasconderebbe scenari più preoccupanti: «Non so se si tratti di teppisti del posto, credo di sì, ma adesso la cosa più importante è intervenire per fermare questo fenomeno». Anche perché il vero nodo della vicenda sarebbe soprattutto «il grave danno d’immagine» che verrebbe a subire sia la reputazione di Castiglione che delle altre attività turistiche del borgo medievale. «Con il turismo si riesce a far rinascere posti che erano dimenticati e dove nessuno metteva piede da anni – ricorda Valentino – ma fatti del genere azzerano i nostri sforzi e ci costringono a ricominciare da capo». «Sono ancora più convinto della necessità di un impianto di videosorveglianza da installare nel paese – aggiunge l’operatore –  se l’organico delle forze dell’ordine non è sufficiente per garantire la sicurezza, l’unica cosa da fare è questa».

Francesco Vasta

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