«Non abbiamo sottovalutato nulla, ma non potevamo neanche basarci su Facebook». Replica così il direttore del dipartimento di Prevenzione dell’Asp di Trapani, Francesco Di Gregorio, alla domanda su un possibile ritardo negli accertamenti della situazione sanitaria di Castelvetrano, in seguito alla conferma di una contaminazione da escherichia coli della rete idrica pubblica. Un contatto, quello tra acqua potabile e reflui fognari, che avrebbe causato decine di casi di gastroenterite ma che finora non è stato fotografato ufficialmente dall’Asp.
«Da parte nostra non c’è stata alcuna volontà di trascurare la problematica, anche perché siamo coscienti della contaminazione avvenuta – spiega a MeridioNews Di Gregorio -. È anche vero, però, che chi per legge è tenuto a notificarci le situazioni sospette, non lo ha fatto». Ad avere questo obbligo sarebbero gli ospedali, le guardie mediche e i medici di base. Se dagli ultimi due non sarebbe arrivata alcuna notizia, dal pronto soccorso del Vittorio Emanuele, proprio questa mattina, è arrivata quella che può essere definita una smentita dell’epidemia. «Ci è stato detto che il numero di casi registrati è in linea con la media stagionale», continua il direttore. A riguardo, tuttavia, non può essere escluso che i dati possano avere subito delle distorsioni in seguito a un non adeguato approfondimento in sede di triage, dove simontatologie diverse, come vomito, diarrea, nausea, possano non essere accorpate sotto la stessa patologia.
Ma mentre il Comune sta cercando di riparare in maniera definitiva il guasto, compito dell’Asp sarà quello di avviare un’indagine conoscitiva del fenomeno. Per farlo si partirà da una lista contenente circa 15 nomi fornita dal Tribunale del malato, che già ieri aveva sottolineato come fosse irreale una negazione dell’epidemia. «Contatteremo queste persone e faremo uno screening iniziale delle loro situazioni – spiega Di Gregorio -. Successivamente avvieremo le analisi epidemiologiche ma anche quelle ambientali, perché, per quanto sia stata accertata la contaminazione della rete idrica, va detto che l’origine della patologia può essere diversa».
Sull’apparente mancata collaborazione da parte dei medici di base, Di Gregorio non si sbilancia. «Escludo che ci sia stata una volontà di sottacere la problematica – afferma – ma rimane comunque un comportamento difficilmente comprensibile. A prevedere l’obbligo di informare l’Asp è sia la legge che la deontologia. Forse – ipotizza il direttore – ogni singolo medico ha pensato di affrontare autonomamente i propri pazienti, senza mettere in rete i dati sulle diagnosi».
Proprio in questi giorni, l’Asp di Trapani è alle prese con un altro focolaio epidemico a Favignana. «Lì abbiamo escluso che la causa stia nell’acqua che esce dai rubinetti – conclude il direttore – e abbiamo già individuato alcune ipotesi che possano spiegare l’origine».
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