Castello Ursino, Gammazita propone ztl totale «Micro-pedonalizzazioni non risolvono niente»

«La micro-pedonalizzazione dell’area del Castello Ursino non risolve i problemi del quartiere». A dirlo è Daniele Cavallaro di Gammazita, l’associazione che ormai da anni insiste con le sue attività culturali e di promozione del territorio in piazza Federico di Svevia. Il nodo a cui si riferisce l’attivista è la presenza, ancora numericamente importante, di automobili nella zona in cui da poco l’amministrazione ha creato un’area pedonale. La questione si lega a doppio filo con la persistente attività di diversi parcheggiatori abusivi «che si sono semplicemente spostati dalla parte centrale alle vie limitrofe al Castello», sottolinea Cavallaro. La causa delle contraddizioni sarebbe la realizzazione da parte del Comune di interventi «tra loro slegati, che non godono di una programmazione univoca e precisa», dichiara a MeridioNews Cavallaro. E che sarebbero anche alle base dei problemi legati di congestione del traffico nelle ore serali.

«La situazione è peggio di prima, perché gli automobilisti parcheggiano davanti alle fioriere che servono a delimitare l’area pedonale, e anche in più file». Per la trasformazione – che ha raccolto diverse lamentele da parte dei ristoratori dell’areasono stati sacrificati 18 stalli della Sostare. «Troppo pochi però per farne la causa del calo del fatturato del 30 per cento lamentato dagli imprenditori», replica ai commercianti Cavallaro. Che entra nel merito della petizione a capo della pedonalizzazione. «Noi non l’abbiamo firmata perché bisogna chiudere al traffico tutta l’area, non solo quel pezzetto in cui è intervenuta l’amministrazione», afferma Cavallaro. 

L’assunto potrebbe in effetti scontrarsi con il fatto che proprio l’associazione Gammazita si è riappropriata, pedonalizzandola, di una porzione della medesima piazza che ha trasformato in biblioteca e ribattezzato Piazza dei libri. Un motivo in più per «stimolare il Comune a lavorare bene sull’area, cercando capire e di far capire ai commercianti e ai residenti qual è l’idea che vuole realizzare nel quartiere». Una programmazione che sembra non esserci e per la quale Cavallaro avanza una proposta. «Se si intervenisse con un’area pedonale corposa si potrebbe creare un fantastico circuito turistico che collega piazza Federico di Svevia alla Pescheria e a via Garibaldi», spiega l’attivista. Che sottolinea come «in certi casi il radicalismo può essere accolto meglio». Al netto, ovviamente, di interventi spot finora realizzati dall’amministrazione e dalle associazioni. 

Per Cavallaro la soluzione sarebbe dunque investire in un «percorso ricco di artigianato, piccoli negozi e street food dentro la pescheria». La macro-area così composta «si presterebbe benissimo e un serio intervento del Comune in questa direzione potrebbe convincere i commercianti che le pedonalizzazioni sono solo un bene per le attività», continua Daniele Cavallaro. Che offre un episodio come l’esempio di una «mancanza di identità della zona». A testimonianza del quale ci sarebbe lo spostamento, proprio in questi giorni, di una fioriera che delimita l’area pedonale. Un intervento «autorizzato dall’assessorato alla Viabilità», dice il consigliere di quartiere Davide Ruffino. Il vaso è stato prima sostituito con uno più piccolo per permettere il passaggio di un camion merci che doveva rifornire un’attività. Ma la pianta nella notte è scomparsa e il giorno dopo il «Comune ha messo lì una transenna», conclude Cavallaro.

Cassandra Di Giacomo

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