Castelbuono: squalifica pesantissima per Calvaruso «Non lo lasceremo solo, l’arbitro ha dichiarato falsità»

Derby delle Madonie dalle conseguenze pesanti per il Castelbuono, che dopo la sfida contro il Geraci (sospesa all’88’ per alcune decisioni controverse dell’arbitro) è stato punito con lo 0-3 a tavolino. La pena più pesante, però, riguarda il capitano Carlo Calvaruso, espulso per una doppia ammonizione nel finale dopo un episodio controverso con l’arbitro Giuseppe Lipari di Trapani. A dare la sua versione dell’accaduto a MeridioNews è il dirigente del Castelbuono Ivano Vetere: «La versione dei fatti non è la mia, ma quella che hanno visto 400 persone, io ero semplicemente più vicino perché in panchina. Sulla seconda ammonizione per Calvaruso, su cui si può discutere, il ragazzo dice all’arbitro “che c… stai facendo?” e questo qui si mette a piangere e, senza fischiare tre volte, si dirige verso gli spogliatoi. Non ha voluto saperne di riprendere la partita». E proprio la sanzione nei confronti di Calvaruso è stata pesantissima: squalifica fino al 30 giugno del 2020 «per condotta scorretta – come si legge nel comunicato del Giudice Sportivo – nonché, dopo l’espulsione, per avere assunto contegno irriguardoso e minaccioso nei confronti dell’arbitro, per avergli afferrato e poi stretto l’avambraccio sinistro provocando temporaneo dolore e, ancora, per avergli afferrato e stretto con forza la mandibola arrecando forte dolore e malessere psico-fisico tale da non consentirgli la prosecuzione della gara».

Quanto dichiarato dall’arbitro, però, non corrisponderebbe a verità, almeno secondo Vetere: «Ha scritto quello che ha scritto – spiega ancora –, ovvero tante falsità. Noi siamo pronti a fare ricorso per quanto riguarda l’incongruità della pena di Calvaruso visto che Civilleri (del Licata, ndr) per molto di più è stato squalificato per un anno. Qui invece per nulla si tratta di 18 o 20 mesi». Per la cronaca, il Geraci si trovava in vantaggio per 1-0 grazie alla rete realizzata da Azzara al 70’, ma le richieste del Castelbuono non si fermano qui. «Col ricorso chiederemo anche la ripetizione della partita per palese errore tecnico dell’arbitro e inoltre denunceremo il signor Lipari per aver dichiarato il falso in maniera palese. Stiamo dunque chiedendo autorizzazione a Roma per potere procedere». Mancano però, in questo caso, le riprese della gara: «A prescindere da eventuali riprese video, ci sono tra le 80 e le 100 persone pronte a testimoniare. L’arbitro inoltre si è fatto refertare a Trapani e non al campo, con due ambulanze presenti… In ospedale gli hanno dato un giorno di prognosi. Tante cose dimostrano la sua malafede e non voglio aggiungere altro».

Nelle ore immediatamente successive al match, si era parlato anche di un comunicato congiunto col Geraci per chiarire quello che era successo in campo. Comunicato che però non ci sarà: «Qualcuno fa l’eroe a caldo dicendo certe cose. Poi quando c’è da metterci la faccia guarda alla sua convenienza. Noi ne abbiamo avuto la prova, ma mi basta quello che hanno visto le persone sugli spalti e in campo. La dirigenza del Geraci ha detto una cosa a fine partita e poi si è tirata indietro». Si chiederà anche la ripetizione della gara per errore tecnico, ma non è questa la cosa che preme di più al dirigente madonita: «Lo 0-3 a tavolino è l’ultima cosa che ci interessa, in base alle cose che sono successe e alle decisioni che sono state prese. La pena è incongrua e andremo fino in fondo, in tutte le sedi possibili e immaginabili». Eppure non si trattava di un arbitro inesperto, anzi… «Lipari – spiega ancora il dirigente madonita – aveva arbitrato altre due o tre volte il Castelbuono e non potevo parlarne male. Secondo me aveva qualche pressione extracalcistica: la gara era completamente in pugno, un derby con tre ammoniti e con i nervi a posto. Poi però si è lasciato scappare la situazione mettendosi a piangere. Non so emotivamente cosa gli sia successo».

Adesso toccherà recuperare Calvaruso che, stando così le cose, non potrà giocare per un anno e mezzo, rientrando soltanto dopo il 30 giugno del 2020: «Il ragazzo – continua il dirigente madonita – è distrutto. Nessuno si aspettava una tale mazzata, anche vedendo le squalifiche che c’erano state quest’anno, soprattutto in altri casi che erano molto più gravi. Lui non ha fatto nulla rispetto a quello che ha dichiarato l’arbitro». La battaglia legale del Castelbuono, dunque, è appena iniziata ma il club non lascerà da solo il ragazzo: «Faremo ricorso, lo ribadisco. Non lasceremo il ragazzo da solo e la società è assolutamente con lui, perché noi eravamo presenti e sappiamo cosa è successo. Io condanno sempre la violenza – conclude Vetere – ma in questo caso qualcuno che indossava la giacchetta nera voleva ergersi a protagonista montando le cose ad arte».

Luca Di Noto

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