Plastica, cartone, umido, indifferenziato. I cassonetti questa mattina sono stracolmi di rifiuti di tutti i tipi. E i contenitori sembrano non bastare tanto che altri sacchetti pieni di spazzatura sono adagiati anche accanto. «La nostra barricata di protesta sta continuando – spiega a MeridioNews uno dei trenta lavoratori che da ieri sta manifestando – non stiamo facendo uscire nessun mezzo e tutti i dipendenti effettivi, per solidarietà, non hanno forzato il nostro blocco». Il servizio, dunque, è rimasto fermo. E in molti hanno trascorso tutta la notte nei due autoparchi del Comune di Catania a Pantano d’Arci, dove ci sono i depositi dei mezzi per la raccolta dei rifiuti.
Lo avevano annunciato ieri sera e hanno mantenuto la promessa. «A Catania non si raccoglierà più spazzatura. Noi non ci sposteremo da qui almeno fino a domani mattina». Gli operatori addetti al servizio di raccolta rifiuti, infatti, non sono usciti né ieri sera e nemmeno il turno di questa mattina è stato regolarmente effettuato. Gli effetti sono evidenti in tutta la città che, questa mattina, è sporca più del solito.
Alla base della protesta degli operatori ecologici c’è l’organizzazione del servizio in vista della nuova proroga del mini bando da tre mesi per l’appalto della raccolta dei rifiuti. A ottenerlo, ancora una volta, sarà il consorzio Sen.Eco, che raggruppa le società Senesi ed Ecocar. Sono 105 i lavoratori che fanno parte del bacino prefettizio, licenziati dalle precedenti aziende, che aspettano da mesi oramai di essere stabilizzati nel settore dell‘igiene urbana cittadina. Di questi solo 21 sono stati recentemente richiamati, in ordine di anzianità anagrafica. «Anche per noi la situazione non è delle migliori, perché non conosciamo ancora bene le condizioni lavorative ma la rotazione a cui saremo sottoposti – afferma uno dei lavoratori richiamati – ci preoccupa».
Negli giorni scorsi, dopo altre proteste in cui i lavoratori avevano bloccato l’incrocio tra via Etna e via di Sangiuliano, il sindaco Enzo Bianco si era impegnato a interloquire con i commissari che gestiscono le due aziende per garantire l’assunzione di tutti i lavoratori del bacino prefettizio. Ma la trattativa pare essersi conclusa in un nulla di fatto.
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