da Giuseppe Scianò e Corrado Mirto
riceviamo e volentieri pubblichiamo
Gli Indipendentisti di lu Frunti Nazziunali Sicilianu esprimono apprezzamenti per la richiesta di istituire in Sicilia le sezioni regionali della Corte di Cassazione in conformità al disposto dellarticolo 23 dello Statuto Speciale di Autonomia per la Regione Siciliana. Richiesta, questa, che è stata formalizzata dal Governo Regionale nei confronti dello Stato italiano attraverso la Commissione Paritetica Stato-Regione, proprio in questi giorni.
La notizia delliniziativa di RIPRISTINARE, in Sicilia, la Corte di Cassazione (già esistente prima dellANNESSIONE della Sicilia allItalia e protrattasi fio al 1923) è stata data dallassessore regionale, Gaetano Armao, nel corso del convegno organizzato dalla Regione siciliana in occasione del 66° anniversario dellemanazione dello Statuto Speciale di Autonomia ed è stata supportata dalle relazioni di alcuni dei più brillanti studiosi del Diritto Costituzionale in genere e del Diritto Regionale in particolare.
La Cassazione regionale” (sarebbe stato meglio che si fosse usato il termine SICILIANA) avrà dunque sede a Palermo con un suo Presidente e con due Presidenti di sezione specifici (uno per il diritto penale e laltro per il Civile). È prevista altresì la Procura Generale, quale organo decentrato della Procura presso la Cassazione Centrale, che sarà retta da un Avvocato Generale (ed alla quale saranno assegnati 10 Sostituti Procuratori).
Dobbiamo dire che, se sono rose, fioriranno Intanto è positivo il fatto che un diritto negato del Popolo Siciliano sia stato, finalmente ed ufficialmente, riconosciuto. Ed avviato, – speriamo in modo decisivo, – verso la pratica attuazione. Si è così resa ragione a quanti (soprattutto a coloro che hanno operato al di fuori delle Istituzioni e dei partiti e della classe politica al potere di legislatura in legislatura) e che hanno da sempre sostenuto il diritto alla Cassazione regionale” in Sicilia.
Certamente resta lamarezza di constatare che i 66 anni di immobilismo e di violazioni (anche in questo settore specifico) dei diritti costituzionali del Popolo Siciliano sono stati eccessivi ed offensivi della dignità di noi tutti. Così come sono troppi – e troppo importanti – gli articoli dello Statuto, attualmente violati, manomessi o vanificati o soppressi di fatto (si pensi ai contenuti economico-finanziari dello Statuto e allAlta Corte per la Regione siciliana). Il tutto in contrasto con quel PACTUM fra i rappresentanti del Popolo Siciliano in armi ed il Governo Italiano dellepoca, contratto nella primavera del 1946 a Roma, dopo lunghe e sofferte trattative.
Fu un PACTUM, sul quale, poi, venne articolata tutta la struttura dell’Istituto autonomistico siciliano la cui esistenza non può e non deve essere sottovalutata. PACTUM che, tuttavia, continua ad essere platealmente disatteso, con scarso senso di sensibilità politica e di responsabilità.
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