«Dalla lettura dell’articolo non emergono elementi di rilievo penale con riferimento ad eventuali profili di diffamazione, palesandosi soltanto una legittima forma di cronaca della vicenda». Sono queste le parole che la giudice per l’udienza preliminare Giuseppina Montuori ha deciso di usare per disporre l’archiviazione nei confronti del giornalista di MeridioNews Dario De Luca, della direttora responsabile Claudia Campese e dell’imprenditore Carlo Graziano. Oggetto di una querela per diffamazione aggravata a mezzo stampa, presentata a maggio 2018 da Salvatore Politino, ex direttore di Confesercenti Catania, e dall’allora presidente Bernardo Catalano.
L’articolo in questione, pubblicato nel 2017, aveva messo in luce le vicissitudini della start-up Splitit, fondata da Graziano. L’imprenditore, attraverso le pagine di MeridioNews, aveva deciso di rendere pubblica una denuncia presentata ai carabinieri con l’accusa di appropriazione indebita nei confronti di Confesercenti Catania. Oggetto della vicenda il tentativo non andato in porto, da parte di Graziano, di accedere a un fondo di garanzia per le piccole e medie imprese gestito dal ministero per lo Sviluppo economico e in cui Confesercenti avrebbe svolto il ruolo di intermediaria. Tramite una procedura di consulenza specializzata all’interno del consorzio Cosvig ma dietro il pagamento da parte dell’imprenditore di una quota associativa e di alcuni contributi straordinari. MeridioNews, raccontando i fatti, aveva dato spazio alla voce di tutti i protagonisti, includendo le ampie repliche dello stesso Politino e del presidente regionale di Confesercenti Michele Sorbera.
Passati quasi due anni dall’articolo e meno di uno dalla denuncia, è arrivata la decisione della giudice. Già preceduta dalla richiesta di archiviazione della procura di Catania. Posizione che però non aveva convinto l’avvocato Enzo Trantino, difensore di Politino e Catalano. Nel corso dell’udienza di martedì, attraverso la legale Tiziana Aloiso, era stata chiesta l’imputazione coatta per i giornalisti e l’imprenditore, lamentando la mancanza dell’interesse pubblico della notizia. «C’è un fatto vero che è la denuncia, e ci sono le parti che sottolineavano la loro versione dei fatti. Cosa avrebbe dovuto fare di più il giornalista?», ha spiegato in aula l’avvocato Goffredo D’Antona, difensore dei giornalisti. «Questo articolo rappresenta l’abc del giornalismo. Scritto in modo ineccepibile e senza nessun intento diffamatorio», gli ha fatto eco l’avvocato Sergio Ziccone, difensore di Graziano.
Passaggi, quelli dei legali, a cui si fa riferimento anche nella decisione della giudice. «L’articolo dà abbondantemente la parola ai querelanti – si legge nel provvedimento – riportando testualmente le loro dichiarazioni in merito alla vicenda in cui sono coinvolti con ampi e plurimi virgolettati. Si tratta di un articolo assolutamente preciso e corretto ed è persino scevro da commenti di alcun tipo, pertanto non risulta essere stata usata alcuna espressione diffamatoria».
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