UNA SETTIMANA FA IL GOVERNO REGIONALE, IN CONFERENZA STAMPA, AVEVA TRANQUILLIZZATO TUTTI. “LA SICILIA E’ IN UNA BOTTE DI FERRO”. SETTE GIORNI DOPO LA SMENTITA DI TUTTO QUELLO CHE ABBIAMO SENTITO IN UNA BIZZARRA CONFERENZA STAMPA
Una settimana fa una quasi comica conferenza stampa del Governo regionale tenuta a Palermo, nella sala ‘Giuseppe Alessi’ di Palazzo d’Orleans, alla presenza del presidente Rosario Crocetta, dell’assessore alla Salute, Lucia Borsellino, e di eminenti dirigenti regionale esperti in sanità. Un appuntamento per dire che la Sicilia non deve temere il virus Ebola. Un dottore ha detto perfino che nella nostra Isola, rispetto a Ebola, siamo in una “botte di ferro”. Ora arriva il primo caso sospetto finito sui giornali. Perché quello del turista francese ricoverato all’ospedale Buccheri La Ferla di Palermo potrebbe non essere un caso unico.
Il signore che è stato ricoverato d’urgenza è un turista francese di mezza età. Un signore terrorizzato dal fatto che, una ventina di giorni fa, si trovava in Togo.
Questo signore si è sentito male: febbre alta, dolori addominali, malesseri diffusi un po’ in tutto il corpo. Paura.
Non è una bella notizia. Per lui e per noi. E non possiamo affatto stare tranquilli. Anche perché non sappiamo come finirà questa storia. Se finirà bene – nel senso che le analisi mediche escluderanno l’infezione da Ebola – ce lo diranno. Se le cose si dovessero mettere male non è detto che ci informino.
Quello che sappiamo è che i medici che hanno in cura questo signore sono in contatto con l’ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma. Il resto è buio pesto.
Le autorità tranquillizzano. Ma noi alcune considerazioni non possiamo non farle. Se questo signore è infettato dal virus Ebola non si può escludere che abbia infettato le persone con le quali è stato a contatto. E anche i luoghi dove ha vissuto anche per bervi periodi. Anche in questo caso, quello che scriviamo non è una bella notizia.
E’ bastata solo questa notizia per smentire tutto quello che abbiamo sentito nella conferenza stampa di una settimana fa. Il presidente Crocetta, che si è improvvisato infettivologo, spiegava che gli immigrati che arrivano con i barconi dall’Africa non possono matematicamente portare in Sicilia il virus Ebola. Tesi avallata dall’assessore Borsellino e dagli altri illustri relatori presenti alla conferenza stampa.
E’ bastato un signore arrivato dal Togo – che ‘forse’ si trova in Africa – per demolire le tesi strampalate e tranquillizzanti che abbiamo sentito in conferenza stampa.
La verità è che nessuno può sapere con certezza quello che potrebbe succedere. Un’altra verità è che la Sicilia sta affrontando i pericoli di una terribile malattia alla carlona, con un servizio di prevenzione e cura che deve ancora essere organizzato.
La verità è che negli ospedali siciliani sono già arrivati i primi segnali e il Governo regionale è corso ai ripari per crearsi una copertura mediatica. Sulla copertura sanitaria che dovrebbe essere assicurata da personaggi come Crocetta e Lucia Borsellino, beh, abbiamo i nostri dubbi. Grandi dubbi.
Aggiungiamo che tra qualche mese, quando inizierà l’annuale epidemia di influenza, con l’attuale disorganizzazione degli ospedali siciliani – ridotti a brandelli da un’ottusa politica di tagli portata avanti da due governi regionali ottusi: quello di Raffaele Lombardo e l’attuale di Crocetta – si rischierà il caos.
Perché un conto è un signore che si presenta in un ospedale con la febbre alta in un giorno della lunga estate siciliana, ma altra e ben diversa cosa potrebbe risultare il via vai – soprattutto di anziani – colpiti dall’influenza. In questo secondo caso per i medici e, in generale, per il personale che opera negli ospedali pubblici siciliani il lavoro potrebbe diventare complicato. Molto complicato.
Bisognerebbe pensare in tempo a queste cose. Il governo regionale ci sta pensando o si occupa solo delle mozioni di censura per qualche assessore inutile?
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