Caso Saguto, per Anm «danno gravissimo» Sabelli: «Ipotesi sufficiente a creare sconcerto»

Un «danno gravissimo» per l’immagine della magistratura. Talmente grave al punto da non poter più sottrarsi dal prendere posizione sul cosiddetto caso dei “Beni sequestrati”. A far parlare di sé e ancora il terremoto che da giorni scuote gli uffici del tribunale di Palermo dopo l’inchiesta della Procura di Caltanissetta che ha scoperchiato una gestione dei beni confiscati, puntando i riflettori sull’ex presidente della sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo, Silvana Saguto, indagata per corruzione assieme ad altri quattro magistrati. E oggi, a prendere posizione è proprio l’Anm, per bocca del suo presidente Rodolfo Sabelli: «Sul caso Palermo l’Anm ha preso posizione, perché il fatto che ci sia la sola ipotesi di comportamenti men che corretti costituisce un danno gravissimo. Quello che possiamo e dobbiamo fare – prosegue – è rivolgerci a coloro che devono accertare i fatti, cosa che stanno facendo, cioè autorità giudiziaria di Caltanissetta e Csm da parte sua, perché accertino come stanno le cose nel tempo più breve perché solo queste ipotesi sono sufficienti a creare sconcerto». 

Per Sabelli oggi si rende necessario che gli incarichi di consulenza e di gestione dei beni sequestrati alla mafia siano affidati secondo criteri di «piena trasparenza». «La sola ipotesi – chiarisce – che possano essere realizzate condotte meno che corrette è fonte di sconcerto e di grave turbamento nell’opinione pubblica e tra i magistrati, foriera di danni incalcolabili». E mentre proseguono le indagini sul caso Palermo, a smarcarsi e prendere le distanze dall’inchiesta e il consigliere del Csm Luca Forteleoni di Magistratura Indipendente, che preannucia il ricorso alle vie legali contro chi lo ha chiamato in ballo nelle vicende che riguardano l’ex presidente Saguto. «È molto grave che la stampa sia stata usata per diffondere notizie false e colpire chi nei ruoli istituzionali agisce con trasparenza». Secondo il Corriere della Sera, Forteleoni sarebbe citato nelle intercettazioni agli atti dell’inchiesta dei colloqui tra Saguto e l’ex consigliere del Csm Tommaso Virga (anche lui indagato nella stessa indagine) assieme al sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri.

A intervenire oggi sugli scandali collegati al tribunale del capoluogo siciliano, anche il presidente dell’ Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone che lancia un allarme: «C’è un problema di controlli e di credibilità nell’associazionismo antimafia, utilizzato per coprire precedenti misfatti e per fare affari, e le istituzioni debbono fare maggiore attenzione quando destinano risorse pubbliche a queste associazioni. C’ è un problema di controlli – aggiunge – e queste vicende rischiano di mettere in discussione l’ impegno sociale sul tema dell’antimafia, che è stato fondamentale. Ma quando l’ impegno si trasforma in una sorta di lavoro, in un’ attività professionale perde le caratteristiche originarie».

Redazione

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