Da un lato la certezza di aver fatto quel che andava fatto, denunciare chi gli aveva chiesto una tangente. Dall’altro, l’incertezza su quanto accadrà tra tre o quattro mesi, quando il collegio arbitrale deciderà se la rinomata pasticceria di Cinisi potrà rimanere ancora all’aeroporto Falcone-Borsellino. Dopo la denuncia di Santi Palazzolo, che ha incastrato il presidente della Camera di Commercio di Palermo, Roberto Helg, per la richiesta di una mazzetta da 100mila euro, ora i tempi del rinnovo dello stand sembrano dilatarsi. E cresce la preoccupazione per il futuro dei 12 dipendenti.
«Noi al momento siamo sempre lì, nello scalo di Punta Raisi – ha detto a MeridioNews Palazzolo -, in attesa dell’esito, cosa da noi richiesta perché prevista dal contratto proprio in caso di controversie e lo abbiamo fatto quando la Gesap ci ha detto di lasciare lo spazio entro il 30 settembre. Chiesto il parere del collegio, per una questione di correttezza e immaginiamo di obiettività, la Gesap ha deciso di rimandare la decisione e di lasciarci lo spazio fino alla decisione».
Decisione che stando a quanto dichiarato in conferenza stampa da Fabio Giambrone, presidente della Gesap la società che gestisce lo scalo palermitano, potrebbe essere presa entro la fine dell’anno. Un’attesa che certamente non fa stare sereno il maestro pasticciere di Cinisi. «Se il giudice decide che dobbiamo andare, noi andiamo – continua -. Quello che ho fatto, denunciare, non l’ho fatto come mezzo per restare, l’ho fatto perché era giusto farlo, lascio i commenti o le valutazioni a chi vorrà farle, ma il mio gesto non è legato a volere privilegi, come ha detto qualcuno. È chiaro che il messaggio che arriva da tutta questa faccenda è un po’ contraddittorio se vogliamo dirla tutta, ma questo non vuol dire che io pretendevo o pretendo di rimanere in aeroporto. In 14 anni non abbiamo mai avuto con la Gesap e con tutti i suoi dirigenti nessun tipo di controversia o di problema, sempre rapporti di collaborazione massima e credo che quello che abbiamo fatto all’interno dello scalo sia stata una cosa buona per noi ma anche per la società di gestione».
Per Palazzolo, avere quei tre anni di proroga, «peraltro previsti dal contratto», era una cosa naturale. «L’abbiamo richiesta – racconta – sei mesi prima della scadenza, ma non abbiamo ricevuto risposta, i mesi passavano, ma nulla, già allora forse dovevo capire che c’era qualcosa di strano. Il silenzio sulla possibilità di rinnovo si è protratto fino alla scadenza del contratto, ma davvero era una sorta di prassi “consolidata” dopo tanti anni e quindi eravamo tranquilli che si sarebbero fatti vivi, finché poi è successo quello che è successo». Si riferisce all’incontro con l’ex presidente di Confcommercio Palermo e numero due della Gesap, Roberto Helg, alla richiesta della tangente da 100mila euro, alla sua denuncia e all’arresto.
Ma cosa succederà nel caso in cui il collegio decidesse per il no? «Stando al contratto – spiega Palazzolo – la Gesap per prima dovrebbe dare la precedenza alla società Airest che gestisce tutti gli spazi commerciali all’interno dell’aeroporto. Se non dovesse essere interessata, allora la Gesap potrebbe fare un bando. L’Airest potrebbe darlo in affitto a un’altra pasticceria, ma anche a noi. Vaglieremo tutte le possibilità, non appena sapremo qual è la decisione del collegio. Da imprenditore, al momento, ho una grande preoccupazione: che è quella di salvaguardare prima di tutto i lavoratori. Che sono in tutto 12 per quella pasticceria».
Intanto è iniziato lo scorso 15 settembre davanti al gup Daniela Cardamone, il processo con rito abbreviato contro Helg. Palazzolo si è costituito parte civile così come il Comune di Palermo, il Comune di Cinisi, Addiopizzo, Solidaria, Confcommercio Palermo e Confcommercio Sicilia, Camera di commercio Palermo, Unioncamere, Confesercenti e Sos Impresa. Escluse, invece, le associazioni Codici Sicilia e Codici onlus. Il processo è stato rinviato al 22 ottobre per la discussione. L’udienza successiva sarà il 24 ottobre.
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