«Fabrizio Miccoli non è un soggetto estraneo ai fatti, di più! Se ha una colpa è solo quella di essere troppo generoso». È quello che pensa l’avvocato Gianpiero Orsino, difensore, insieme a Francesco Caliandro, dell’ex capitano rosanero. Secondo i due legali Miccoli sarebbe «lontano anni luce» dalle vicende oggetto del processo. È accusato, infatti, di concorso esterno in estorsione aggravata. Accusa che, però, ad oggi non è più sostenuto neppure dal pm Maurizio Bonaccorso, che all’udienza di questa mattina ha chiesto espressamente l’archiviazione al gup Fernando Sèstito.
Richiesta motivata da più elementi: innanzitutto, si ipotizzava inizialmente l’esercizio arbitrario delle proprie ragioni, che però si accompagna alla consapevolezza da parte del soggetto che l’evento possa trasformasi in qualcos’altro che costituisca reato. Quello che secondo il pm mancherebbe alla ricostruzione della Procura è proprio questa circostanza, cioè il fatto che questa degenerazione da esercizio arbitrario a estorsione si sia verificata con la consapevolezza di Miccoli.
«È stato tutto conseguenza di fatti imprevedibili ed eccezionali che lui non poteva aspettarsi – dicono i difensori dell’ex bomber del Palermo – Non avrebbe potuto prevedere che la pretesa del credito vantato da Giorgio Gasparini (l’ex fisioterapista del Palermo Calcio ndr) sarebbe stata poi rivolta a soggetti terzi divenuti ormai estranei alla vicenda». Il riferimento è al pr Andrea Graffagnini, persona offesa al centro della vicenda, al quale sarebbero stati estorti 12mila euro a fronte dei 20mila che, suo ex socio, Gasparini appunto, avrebbe dovuto intascare in seguito alla cessione della propria quota della discoteca I Paparazzi.
Il ruolo di Miccoli sarebbe stato, dunque, solo quello del tramite. «Non aveva un reale interesse personale o economico, si è semplicemente reso tramite perché conosceva Gasparini. È significativo anche il fatto che lo stesso Graffagnini – sostengono ancora i difensori – incontri Miccoli e lo rassicuri sull’intera faccenda. Paradossale, la persona offesa che consola quello che ha concorso esternamente alla sua estorsione».
A sostegno della richiesta di archiviazione ci sarebbero anche alcuni sms scambiati fra l’ex calciatore e l’amico Mauro Lauricella, nei quali il primo, una volta compresa la piega assunta dalla vicenda, dice all’altro di lasciare perdere: «Non minacciare nessuno, lascia stare tutto, a me di questa cosa non interessa niente». Infine, per la difesa sembra significativo anche il risvolto giudiziario del processo contro lo stesso Lauricella e Gioacchino Alioto, arrestati il 20 aprile 2015 e poi costretti ai domiciliari, resi liberi con la sentenza del luglio scorso stabilita dal giudice Bruno Fasciana, che ha derubricato il reato di estorsione inizialmente contestato in violenza privata.
Il gup Sèstito comunicherà alle parti se procedere oppure optare per l’archiviazione. Miccoli, presente in aula, si è detto tranquillo e non ha disdegnato, fra un’attesa e l’altra, qualche foto con un nostalgico fan. «Mi manca Palermo – dice l’ex capitano rosanero a MeridioNews – Quando me ne sono andato ho continuato a giocare, ma mentalmente è come se mi fossi fermato. Qui ho lasciato il mio cuore».
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