«La candidatura del rettore dell’Università di Palermo, Fabrizio Micari, alle prossime elezioni regionali in Sicilia, senza lasciare l’incarico accademico, sta suscitando numerose polemiche, per ragioni di opportunità e di potenziale ineleggibilità dello stesso alla presidenza della Regione o alla carica di deputato, in virtù del ruolo ricoperto nell’ateneo». Non si placano le attenzioni attorno la scelta del docente di Ingegneria che intende guidare la Regione alla testa di una coalizione di centrosinistra. Dopo la lettera dello stesso Micari al mondo accademico palermitano, la risposta di 71 docenti e l’analisi del professore di Statistica Alberto Lombardo arriva l’interpellanza alla Camera dei deputati da parte di Giulia Di Vita, deputata siciliana appartenente al Gruppo Misto.
La parlamentare ha chiesto chiarimenti al presidente del Consiglio, al ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, al ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione e al ministro dell’interno. Nel testo sono due i dubbi legali segnalati dalla parlamentare: «La sua potenziale ineleggibilità legata alle mancate dimissioni da rettore, che sarebbero dovute avvenire entro il 27 luglio scorso, ma anche le forzature procedurali per ottenere il congedo già annunciato per dedicarsi alla campagna elettorale: il professor Micari ha infatti utilizzato a partire dal 7 settembre lo strumento del congedo con assegni, prima ordinario e poi straordinario».
Di Vita richiama poi il caso della Valle d’Aosta, sul quale proprio riguardo alla figura del rettore-candidato si è espressa la Consulta (con la sentenza n. 25 del 2008), affermando che «le peculiarità che caratterizzano la figura del rettore dell’Università della Valle d’Aosta consentivano di ritenere ragionevole la prevista ineleggibilità al fine di evitare che dette peculiarità potessero dare luogo a interferenze sulla consultazione elettorale regionale, sia per le funzioni che è chiamato a esercitare, sia per le modalità della sua nomina, nonché per le interazioni con gli altri organi dell’università». D’altra parte nello statuto siciliano non si fanno riferimenti espliciti, per i casi di ineleggibilità, alla figura del rettore. In ogni caso Di Vita chiede se non «inviare un monito allo stesso Micari con riferimento all’inopportunità istituzionale della sua candidatura, data la manifesta violazione dello statuto dell’Università di Palermo, nonché del potenziale danno patrimoniale e di immagine che rischia di arrecare allo stesso ateneo».
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