Caso Mered, non si presenta il perito dell’accusa «Ammenda di 250 euro per ingiustificata assenza»

Prosegue dinanzi alla corte della quarta sezione penale il processo a carico del presunto trafficante di esseri umani Yehdego Medhanie Mered. L’uomo, detenuto ormai da oltre un anno presso il carcere Pagliarelli di Palermo, ha sempre dichiarato di essere vittima di un clamoroso scambio di persona e di chiamarsi, in realtà, Medhanie Tesfamariam Berhe. Un rifugiato in attesa di lasciare il Sudan, dov’è stato arrestato dagli agenti dell’Nca inglese, per approdare in Libia e da lì salire a bordo di un barcone alla volta dell’Europa. 

Oggi, come anche in occasione delle precedenti udienze, avrebbe dovuto sedersi sul banco dei testimoni il perito dell’accusa Marco Zonaro, nominato dal pm Geri Ferrara per effettuare la consulenza tecnica fonica per il riconoscimento del parlatore. «Si trattava di accertamenti irripetibili, è stato anche minacciato dalle difese, non poteva sottrarsi», dice il pm in aula, provando a smorzare i toni. Ma il giudice Bruno Fasciana, che già due settimane fa era stato perentorio, rimarca anche oggi e fa scattare la sanzione: «Condannato a pagare 250 euro di ammenda per ripetuta ingiustificata assenza».

«Ci sarebbero anche ben altri provvedimenti», sottolinea l’avvocato Michele Calantropo, legale dell’uomo accusato di essere il boss del traffico di esseri umani. Il riferimento è probabilmente all’accompagnamento coatto, che il giudice Fasciana aveva tirato in ballo durante la precedente udienza. «Questo è prendere per sfinimento, lo trovo scandaloso – commenta l’avvocato fuori dall’aula – È veramente una buffonata, Zonaro ha per caso paura?».

Intanto, continua l’audizione dei testi dell’accusa: oggi siede al banco dei testimoni l’agente dell’Nca inglese incaricato di analizzare il numero di telefono trovato addosso all’imputato e i profili social ad esso collegati. La sua testimonianza dura meno di un’ora e ripercorre alcuni passaggi già emersi e spiegati nelle udienze precedenti dall’ispettore Giuseppe Mauro e dal tecnico Manolo Belmonte. Si proseguirà a luglio con i restanti testi dell’accusa. 

Silvia Buffa

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