Parla di «diverse criticità» e della decisione di contestare «tutti i punti dell’ordinanza con memorie e consulenze». Francesco Villardita, legale difensore di Veronica Panarello – la madre accusata di aver ucciso il figlio Loris Stival a Santa Croce Camerina – ha esposto brevemente la tesi che intende seguire nel corso dell’udienza al tribunale del Riesame di Catania prima di entrare in aula. I giudici sono chiamati a rispondere sulla richiesta di scarcerazione della donna, unica indagata per l’omicidio del bambino di otto anni, trovato morto nelle campagne del Ragusano lo scorso 29 novembre.
Secondo Villardita, uno dei punti più controversi è «il protocollo per stabilire l’orario della morte di Loris e la relazione preliminare dell’autopsia». Una contestazione che si accompagna alla presentazione di alcune testimonianze che mostrerebbero «incongruità rispetto alla tesi dell’accusa». Racconti, giudicati dalla procura di Ragusa come poco utili, ma rilevanti per la difesa. Come quello di un «teste che dice di avere visto una persona somigliante al bambino» intorno alle 9.30 nei pressi della fontana del paese. O la testimonianza di una vicina di casa di Veronica Panarello che sostiene di aver visto la donna stendere i panni alle 9, facendo così scendere di alcuni minuti il tempo in cui madre e figlio sarebbero rimasti soli in casa. «Sono atti che sono già nel fascicolo – sottolinea Villardita – non sono indagini difensive ma degli investigatori, e noi gli diamo un altra lettura».
La seduta di oggi è la prosecuzione della prima – durata dodici ore – avvenuta il 31 dicembre. Veronica Panarello, presente in aula, dovrà attendere la decisione dei giudici attesa per domani.
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