«Finalmente abbiamo avuto un filo di speranza per arrivare ad avere giustizia per la morte di mio figlio». Così Lucia Di Franco, la mamma di Renzo Formosa, commenta la decisione di ieri del giudice del tribunale di Siracusa che ha rigettato la quarta richiesta di patteggiamento che era stata avanzata dal 24enne Santo Salerno. Il figlio di un vigile urbano siracusano è l’unico imputato per omicidio stradale e lesioni. È la tarda mattinata del 21 aprile del 2017 quando avviene l’incidente nella zona di via Bartolomeo Cannizzo, a Siracusa.
Come già avvenuto per le precedenti richieste di patteggiamento, il giudice ha respinto anche questa. La proposta di condanna a tre anni e sei mesi avanzata dalla difesa del ragazzo che era alla guida della Fiat Panda è stata ritenuta non congrua rispetto all’accaduto. Il magistrato ha però riconosciuto l’esclusione dell’aggravante dell’alta velocità. In aula Salerno non era presente e, a un certo punto, anche il suo avvocato è andato via. È per questo che non è stato possibile fissare la prossima udienza, quella in cui partirà il processo.
Stando alla ricostruzione dell’incidente fatta dagli investigatori, Salerno avrebbe perso il controllo dell’auto vicino a una curva. Sbandando, la macchina avrebbe invaso la corsia opposta lungo la quale procedevano tre scooter affiancati: quello guidato da Renzo Formosa e altri due con tre suoi coetanei. Per gli altri giovani solo lievi lesioni, il 15enne invece, dopo un giorno di ricovero in prognosi riservata all’ospedale Umberto I di Siracusa, è morto a causa delle gravi ferite riportate nello scontro.
All’epoca dell’incidente, i rilievi sono stati svolti dagli agenti della polizia municipale siracusana. La famiglia Formosa, tramite l’avvocato Gianluca Caruso, ha sporto querela nei confronti dei due vigili intervenuti, Francesco Callea e Francesco Gualtieri. Il sindaco di Siracusa Francesco Italia, lo scorso anno, ha chiesto una relazione sul caso alla commissione disciplinare, da cui ha preso il via il procedimento amministrativo che ha portato alla sospensione dei due vigili urbani. La sanzione disciplinare, però, è stata applicata in ritardo.
Lo scorso febbraio la procura ha chiesto l’archiviazione per i due agenti. Erano stati i genitori di Renzo a presentare una denuncia perché nessuno dei soggetti coinvolti nel sinistro era stato sottoposto ad alcol test né agli esami del sangue e dei metabolici urinari. Inoltre, a Salerno non era stata ritirata la patente né era stata sequestrata la macchina priva di assicurazione. «Anche in considerazione della accertata (e pacificamente ammessa) amicizia tra gli indagati e il padre di Salerno – ha scritto il pm Tommaso Pagano – ci sono elementi per indurre a ritenere che non ci sia stata, da parte degli indagati, alcuna volontà di favorire il figlio del collega».
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