Dopo aver portato il suo Partito – lUdc – allo sbaraglio, Pieferdinando Casini ammette di avere sbagliato quasi tutto.Lo fa a suo modo, da gesuita consumato, ora con la punta del fioretto, ora affondando la lama. Ma, alla fine, dallintervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera, viene fuori limmagine di un politico che ammette la propria sconfitta. E non è poco.
Anche Casini ha capito che Le aziende chiudono. Gli esodati si suicidano. L’edilizia è ferma. E interessante i richiamo agli esodati: formula lessicale che sintetizza il fallimento culturale, politico, sociale e umano del Governo di Mario Monti e di quella disastrosa donna che il Professore ha piazzato al Ministero del Lavoro, Elsa Fornero.
Casini ha capito che lalleanza tra la sua Udc e Monti è stata un totale fallimento? Sembra proprio di sì. Non sono deluso da Monti – dice il leader dellUc – sono deluso da una scelta cui anche io ho concorso e che si è rivelata sbagliata. Io ne porto parte di responsabilità: non vado a emendare gli altri, emendo me stesso. Abbiamo cambiato noi stessi i connotati di Monti: da servitore dello Stato, da Cincinnato che era, abbiamo pensato potesse essere l’uomo della Provvidenza per l’affermazione del centro. E in campagna elettorale noi abbiamo donato il sangue, ma alla fine il centro ha preso appena 3 o 4 punti in più di quando andai da solo contro Veltroni e Berlusconi.
Casini non dice che i 3 o 4 punti in più non li ha presi lui: li ha presi Monti, mentre lUdc è scivolata sotto il 2 per cento.
Alle elezioni politiche del 2001 Casini era un alleato di ferro di Berlusconi. Subito dopo le elezioni di allora, lui da presidente della Camera dei deputati e il segretario dellUdc dellepoca, tale Marco Follini, iniziarono una guerra senza quartiere al Cavaliere che, alla fine, non gli ha portato fortuna. Anzi.
Follini è scomparso. Casini e lUdc hanno quasi raggiunto Follini. Mentre un terzo scienziato che ha fatto la guerra al Cavaliere – Gianfranco Fini ha ufficialmente raggiunto Follini nellAde della politica.
Dopo la legnata che, come dicono in Sicilia, ha lasciato lUdc unni moddu, unni ruru, Casini sotterra lascia di guerra che ha usato contro il Cavaliere: Io non sono mai stato tenero con Berlusconi negli ultimi anni. Ma dobbiamo prendere atto che una fetta di italiani crede in lui. Mi auguro un patto leale tra Bersani e Berlusconi per rimettere in moto la politica. Altrimenti, chiunque vincesse, vincerà sulle macerie.
Per il Quirinale, da buon democristiano, vede una candidatura condivisa tra centrodestra e centrosinistra. Mentre Matteo Renzi gli sembra il mitico Fonzie, che al leader dellUdc non doveva stare molto simpatico,visto che lo cita non certo per esaltare il Sindaco di Firenze.
Unaltra novità è rappresentata dalla fine della solitudine del centro. “È evidente – precisa – che la prossima volta dovremo schierarci. Faremo una scelta coerente con l’idea che abbiamo della democrazia, dell’Europa, delle riforme sociali. Misureremo le alleanze sul grado di affinità che avremo nel processo costituente.
Insomma, fedele allandreottiana formula dei due forni, Casini, in questa fase non sceglie tra centrodestra e centrosinistra. Poi si vedrà.
Superficiale lanalisi sul fenomeno Beppe Grillo che, del resto, Casini non ha previsto e non può comprendere.
Un fenomeno che si nutre di sentimenti anche divaricanti – lo dipinge il leader dellUdc – per questo non si può contaminare, Grillo deve fare il cane da guardia e dire no a tutto. Alla prima scelta che il movimento fa, si spacca, fosse pure il no alla Tav; perché c’è anche chi le infrastrutture le vuole. Nel frattempo immette nel sistema politico tossine oggi molto sottovalutate.
Onorevole Casini, le diamo un consiglio: si occupi delle tossine immesse da Monti, dal suo Governo, e dallUnione Europea delle banche e della finanza ladra. Magari si rilegga San Tommaso, che con leconomia era molto tollerante e paziente, ma che, davanti al Fiscal Compact si sarebbe fermato: cosa che, invece, non ha fatto lei
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