Più che lannuncio di una candidatura sembra un costrizione. Sì, costretto a scendere in campo nella corsa per la poltrona di sindaco di Palermo. A questo epilogo il presidente dellArs, Francesco Cascio, non sarebbe mai voluto arrivare. Ma, a quanto pare, è quello che sta per succedere: la formalizzazione della su candidatura a primo cittadino del capoluogo dellIsola. Un finale che, con rispetto parlando, Link Sicilia, ha anticipato lo stesso giorno in cui è stata formalizzata la discesa in campo di Massimo Costa, undici o dodici giorni fa.
In quelloccasione, per essere precisi, abbiamo titolato un articolo su una possibile ritirata di Massimo Costa. Per fare posto a quello che pensavamo fosse – e non eravamo i soli a pensarlo – il suo capocorrente. In ogni caso, Cascio sarebbe comunque sceso in campo. Sia nel caso in cui si sarebbe ritirato Costa, sia nel caso in cui – ed è quello che sta succedendo – Costa non si sarebbe ritirato. In questo secondo caso, la candidatura è frutto di logica politica ed elettorale: non candidandosi, Cascio avrebbe solo regalato una parte del proprio bacino elettorale a Massimo Costa. Questa è stata sempre la tesi – corretta – di Alfano e Schifani. Che, alla fine, è passata.
Quello che sta succedendo, però, non è il segno di chiarezza politica. Al contrario, è il trionfo della confusione. A parte il Pdl – che a questo punto, con Cascio candidato, va praticamente da solo (a meno che Marianna Caronia non ritiri la propria candidatura a sindaco di Palermo: in questo caso il presidente dellArs avrebbe anche lappoggio del Pid) – va detto che loperazione politica Massimo Costa sta prendendo una piega che non favorisce la nascita di un grande partito moderato.
Forse a complicare le cose sono stati i colonnelli di Fini in Sicilia che, piuttosto che lavorare per la costruzione di una grande area moderata, stanno facendo di tutto per impedirne la nascita, giocando di sponda – di fatto sembra così – con lMpa di Raffaele Lombardo e, in prospettiva, con il Pd. Con la discesa in campo di Cascio, questo va da sé, la candidatura di Massimo Costa si indebolisce. E questo, forse, è il vero obiettivo degli uomini di Fli (Futuro e libertà) in Sicilia e del presidente della Regione, Lombardo. Dice e magari appoggiare Costa per affossarlo. E per bloccare, almeno in questa fase, la nascita di un’area moderata.
La confusione politica aumenta, dicevamo. Perché se è vero che a Roma Casini e Fini lavorano per far nascere una grande forza politica moderata e aperta alle nuove istanze della società, qui a Palermo e in Sicilia i vari Briguglio, Granata e via continuando stanno facendo lesatto contrario. Ma forse di questo anche Fini ne è ormai convinto.
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