UN DIRIGENTE REGIONALE ANALIZZA LE MOTIVAZIONI CHE HANNO DETERMINATO, IN SICILIA, I MAGRI RISULTATI NELLA SPESA DEL FESR 2007-2013. LA REGIONE HA FATTO TESORO DEGLI ERRORI E DELLE CRITICITA’? SEMBRA PROPRIO DI NO
di Paolo Luparello
Sono oramai alcuni mesi che gli uffici della Regione siciliana lavorano alla nuova programmazione comunitaria per il periodo 2014-2020. Credo che entro il prossimo 30 giugno il lavoro di impostazione del programma dovrà essere terminato e trasmesso ai competenti uffici della Commissione Europea.
Quale migliore occasione dovrebbe essere questa per un Governo regionale di porre le basi per la realizzazione di un programma di legislatura? Eppure, sin dal suo insediamento la comunicazione del presidente Rosario Crocetta non sembra aver toccato minimamente questo tema. Qualcosa, forse, ha detto riguardo alle risorse dei fondi comunitari dei precedenti periodi di Programmazione (2000-2006 e 2007-2013), ma sulla nuova Programmazione non sembra essere giunto nulla sulla stampa dove si è occupato di altro.
La Programmazione 2007-2013, che dovrà essere chiusa entro il dicembre del 2015, desta tante preoccupazioni per il volume di spesa che dovrà essere attuato in questi ultimi due anni (circa 2,7 miliardi di euro), quasi il doppio di quanto speso negli ultimi 7 anni (poco più di 1,6 miliardi di euro), ed è forse per questo che il Governo non pone sufficiente attenzione sulla Programmazione futura: un modo, purtroppo, di ripetere gli errori del passato.
Errori che però vanno equamente distribuiti tra Governi regionali e Amministrazione regionale, anche se le colpe della politica, alla quale apparterrebbe il ruolo di programmazione e controllo, sembrano decisamente maggiori.
Il presidente Crocetta e il suo Governo avrebbero avuto la possibilità di dare un forte impulso sia all’attuazione della Programmazione 2007-2013, sia all’impostazione della nuova Programmazione 2014-2020, cercando di fare tesoro degli errori del passato e adottando le azioni di governo necessarie. A oggi non saprei dire se queste azioni sono state adottate, ma un osservatore esterno non sembra percepire alcunchè.
Quali sono stati i limiti di questa Programmazione 2007-2013? E’ innegabile che tante sono state le criticità. Per esempio, l’elevatissimo numero di linee di intervento e di operazioni (leggasi numero di progetti e istanze presentate) a esse collegate; a oggi sono oltre 3.000 le operazioni/investimenti che affollano le almeno duecento linee di intervento che afferiscono ai sette assi in cui si articola il PO FESR 2007-2013, numeri non certo impossibili, ma che comportano l’adozione di tanti iter procedurali previsti dalle regole comunitarie e nazionali che concorrono a rallentare ancor più procedure di per sé già lente.
La carenza di personale degli uffici deputati sia all’attuazione che al monitoraggio e controllo delle operazioni della Programmazione 2007-2013; si parla tanto dei circa 20 mila dipendenti della Regione siciliana, ma se poi si vanno a guardare i numeri della dotazione organica degli uffici impegnati nell’attuazione della Programmazione comunitaria ci si rende conto del perché dei ritardi, e naturalmente non è soltanto un problema di numeri in quanto la professionalità del personale che si occupa di queste materie non si può improvvisare dall’oggi al domani.
Infine la grave discontinuità politica e amministrativa che ha caratterizzato il periodo 2008-2012 in cui si sono succeduti almeno 4 Governi Lombardo; da un esame degli avvicendamenti alla guida degli assessorati e dei dipartimenti regionali in quel periodo si contano ben 51 assessori e circa 110 dirigenti generali.
A parte pochissimi casi in cui il dirigente generale ha mantenuto l’incarico per tutto il periodo o quasi, e i risultati ottenuti parlano per loro, per il resto è stata una continua destabilizzazione della continuità amministrativa e i risultati li stiamo vedendo oggi in cui ci troviamo a dover spendere una enorme massa di denaro in un arco temporale così breve da divenire quasi incompatibile con la stessa realizzazione tecnica di certi investimenti.
Probabilmente ci saranno altre cause, ma quelle che ho elencato sono quelle più evidenti e difficilmente contestabili.
Il presidente Crocetta si è fatta una sua idea di come sono andate le cose? Ha una idea di come dovranno andare per la chiusura della Programmazione 2007-2013 e per l’avvio di quella del 2014-2020?
Temo che già si stiano accumulando troppi ritardi. E’ oggi che si dovrebbe spiegare ai siciliani, e anche all’Unione Europea, che cosa contiamo di fare con i tanti miliardi di euro che la Sicilia avrà per la Programmazione 2014-2020. E’ oggi che si dovrebbero gettare le basi per una Programmazione in grado di perseguire ciò che serve alla Sicilia, senza che questo possa dipendere dagli avvicendamenti alla guida degli assessorati e dei dipartimenti regionali.
E’ oggi che si dovrebbe cominciare a immaginare come strutturare i diversi uffici che si dovranno occupare del 2014-2010. Uffici che opportunamente dotati potrebbero consentire la gestione della chiusura del 2007-2013 e acquisire la necessaria esperienza per affrontare il 2014-2020.
La vera rivoluzione sarebbe se i Siciliani potessero conoscere cosa li attende nei prossimi 7 anni e vedere quei progetti realizzati, giorno dopo giorno senza tanti proclami e con tanti atti concreti.
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