Caro Presidente Crocetta, come mai la Giunta non applica il ‘Codice di Pisa’?

SI TRATTA DI PRECISE INDICAZIONI AGLI AMMINISTRATORI SU UNA SERIE DI QUESTIONI SPECIFICHE TRA LE QUALI: LA TRASPARENZA, IL CONFLITTO DI INTERESSI, LE NOMINE IN ENTI, SOCIETA’ PUBBLICHE. CON LA PREVISIONE DI UN REGIME SANZIONATORIO. NELLA “MIGLIORE GIUNTA DI TUTTI I TEMPI” QUESTE COSE NON DOVREBBERO MANCARE. O NO?

da Angela Barone
esponete del ‘Nuovo corso PD’
riceviamo e volentieri pubblichiamo

Caro Presidente Crocetta, mi rivolgo a Te certa di trovare terreno fertile, visto che non passa giorno senza che o Tu stesso o qualcuno dei Tuoi più fedeli consiglieri, non ricordino a tutti noi, del Tuo impegno per la legalità e per la lotta contro le mafie.

Memore di questo, e del fatto che ad un recentissimo e interessantissimo convegno, tenutosi a Vittoria (RG) sulla “Carta di Pisa“, codice etico predisposto dalla Associazione Avviso Pubblico, destinato agli enti e agli amministratori locali che intendono rafforzare la trasparenza e la legalità nella pubblica amministrazione, in particolare contro la corruzione e l’infiltrazione mafiosa, era presente come relatore il senatore Giuseppe Lumia, mi sono chiesta come mai Tu e la Tua Giunta non abbiate ancora fatto proprio tale Codice.

Ai non addetti ai lavori, preciso che la Carta di Pisa è un codice etico di autoregolamentazione che fornisce precise indicazioni agli amministratori su una serie di questioni specifiche, tra le quali: la trasparenza, il conflitto d’interessi, le nomine in enti e società pubbliche, con la previsione anche di un particolare regime sanzionatorio.

La Carta nasce dalla volontà di formulare una politica anti corruzione che non deriva solo ed esclusivamente dalla legislazione nazionale, ma che nasce dall’impegno quotidiano del maggior numero possibile di amministratori che decidono di servirsi di uno strumento che rafforza il rispetto della Costituzione e dei suoi principi di buon andamento e imparzialità.

Ciò significa che le amministrazioni che, in piena libertà, decidono di sottoscriverla si autovincolano al rispetto, oltre che della legge, anche di principi che vanno al di là di quanto espressamente stabilito dalla legge; e dunque, a ispirare il proprio operato a tali principi.

Ora Caro Presidente, visto che la Tua sarebbe, a Tua detta, la migliore Giunta di tutti i tempi, è ben strano che Tu stesso e tutti i Tuoi assessori non abbiate, come primo atto, adottato tale Codice etico.

Ma non credo si tratti di mera dimenticanza, probabilmente dovuta al fatto che il Segretario Generale non è un giurisperito, ma una laureata in filosofia e/o pedagogia, ma di una cosciente scelta.

Basta leggere la Carta per avere chiarissime le ragioni della mancata adesione.

Infatti il Codice, caro Presidente, non solo vincolerebbe Te, ma anche tutti i soggetti a Te legati da un mandato fiduciario (art.2), i quali si dovrebbero impegnare preventivamente a rispettarlo: in tale modo si dovrebbero impegnare, prima di accettare la nomina, gli assessori, qualsiasi dipendente (funzionario o dirigente) che eserciti un mandato conferitogli da Te, dalla Giunta o da un assessore, o che eserciti una funzione rappresentativa o esecutiva per conto dell’Amministrazione regionale in Enti, Consorzi, Comunità e società pubbliche o a partecipazione pubblica.

Non solo si dovrebbero impegnare assessori e dipendenti, ma Tu e la Tua Giunta (art. 18) dovreste condizionare qualsiasi altra nomina presso Enti, Consorzi, Comunità e società pubbliche o a partecipazione pubblica, alla preliminare adesione dei soggetti da nominare al Codice, con l’ulteriore onere a carico Tuo e dei Tuoi assessori di vigilare sulla successiva adesione alla Carta da parte dei soggetti nominati e, in caso di mancato rispetto, di porre in essere tutte le iniziative necessarie per assicurarne l’ottemperanza o di sanzionarne l’inadempimento.

E già bastano solo queste disposizioni di allargamento ad ombrello delle norme del Codice a tutta la platea dei nominati, uniformemente definiti “amministratori”, per far comprendere a chiunque perché la Giunta migliore di tutti i tempi si tenga lontana dal Codice di Pisa: cosa succederebbe ad esempio se il geom. Cicero si rifiutasse di adottarla, o in corso d’opera, si verificasse che la viola? O se tali condotte fossero poste in essere dalla dott.ssa Monterosso e il di lei marito avvocato Alongi? E se addirittura la violazione venisse posta in essere dagli assessori?

Succederebbe che dovrebbero essere immediatamente sostituiti, e poiché, come di seguito dirò, esistono già palesi casi di violazione della Carta, si capisce perché a nessuno dei massimi esponenti della legalità in Sicilia è mai venuto in mente di adottarla: alla faccia della trasparenza e della legalità!.

Poiché il Codice sanziona (art.4) il venir meno all’obbligo di astensione nei casi in cui sussista un interesse diretto e personale in merito all’oggetto della decisione, e considera situazioni di conflitto di interessi (art.7) sia la sussistenza di interessi personali che interferiscono con decisioni cui il nominato partecipa e dalle quali potrebbe ricavare uno vantaggio diretto o indiretto, sia la sussistenza di preesistenti rapporti di lavoro con organizzazioni specificamente interessate alle decisioni cui il nominato partecipa, anche nei casi in cui detti rapporti non configurano situazioni di incompatibilità previste dalla legge, sia la sussistenza di rapporti di coniugio con persone operanti in organizzazioni specificamente interessate alle decisioni cui il nominato partecipa anche nei casi in cui detti rapporti non configurano situazioni di incompatibilità previste dalla legge, sia l’appartenenza a categorie, associazioni o gruppi, in virtù della quale il nominato acquisisca un vantaggio personale da decisioni cui egli partecipa, anche nei casi in cui detta appartenenza non generi le incompatibilità previste dalla legge, è chiaro ed evidente che dovrebbero essere sanzionati sia la coppia Monterosso-Alongi, che si sono reciprocamente pronunciati l’uno sull’altro e su questioni su cui avevano entrambi specifico interesse, sia i componenti Ribisi e Russello del CdA dell’IRSAP perché titolari di imprese insediate su aree ex ASI ora IRSAP, della cui disciplina ora sono titolari, sia Basile, presidente IRFIS, perché aderente a Confindustria direttamente interessata all’erogazione dei finanziamenti alle imprese, nonché titolare di rapporti economici con la Regione stessa, sia l’assessore Vancheri, dipendente di Confindustria, perché posta a capo proprio del Settore amministrativo direttamente interessante organizzazione sua datrice di lavoro.

Ed ancora, poiché il Codice prevede che tutti gli amministratore devono integrare le decisioni discrezionali con una rendicontazione pubblica delle motivazioni di ordine generale e di carattere giuridico che hanno determinato la decisione (art.9), è chiaro che più di un assessore avrebbe serie e insuperabili difficoltà a motivare pubblicamente e giuridicamente le proprie scelte: sarebbe veramente interessante conoscere, ad esempio, dall’assessore Lo Bello le ragioni giuridiche della revoca e della controrevoca nel caso MUOS e le ragioni dell’aumento indiscriminato dei canoni demaniali e poi della revoca indiscriminata dell’aumento stesso!

La stessa Carta (art.13) disciplina inoltre le regole del confronto democratico, prevedendo che tutti gli amministratori devono assumere atteggiamenti rispettosi delle idee e delle opinioni di tutti i rappresentanti politici, pur nella normale conflittualità dialettica, ed evitare toni e linguaggio che sottintendano messaggi di aggressività e di prevaricazione: bene caro Presidente, questa norma sembra scritta proprio per Te per ricordarTi che la critica e il dissenso sono il sale della democrazia e non una condotta mafiosa!

Totalmente in contrasto con i principi della Carta in materia di nomine si rivela l’operato Tuo, della Tua Giunta e di alcuni dei Tuoi nominati (Cicero in primis), caro Presidente, visto che lì viene previsto (art.17) che gli amministratori devono ridurre allo stretto necessario il ricorso a consulenti esterni e a collaboratori di supporto agli organi di direzione politica, per non gravare sul bilancio dell’ente con obbligo di motivazione dell’impiego, mentre l’uso e l’abuso di esterni, spesso di dubbi se non nulli titoli, è diffusissimo in tutti gli uffici di staff.

Inoltre la Carta prevede che (art.18) tutti gli amministratori devono procedere alle nomine presso Enti, Consorzi, Comunità e società pubbliche o a partecipazione pubblica, qualora queste richiedano competenze di natura tecnica, a seguito di un bando di valutazione comparativa dei candidati, mediante provvedimento motivato in base al parere ovvero alla designazione di un comitato di garanzia: ma se si applicasse questa norma, caro Presidente, quante delle nomine sinora fatte si salverebbero?

Si salverebbero le nomine di Mazzaglia (insegnante) e Antoci (bancario) a Presidenti di Enti Parco? Si salverebbe la nomina di Russo (diplomato agrotecnico) a Commissario del più antico Istituto di Ricerca Sperimentale Zootecnico? Si salverebbero le nomine di Bufardeci (ex sindaco di Siracusa, ex assessore regionale) e Nuara (Tuo ex vicesindaco a Gela nonché tuo avvocato di fiducia) a componenti del Consiglio di Giustizia Amministrativa? Si salverebbero le nomine degli esperti forestali Oieni e Amodei a commissari degli enti per il diritto allo studio? Si salverebbe la nomina di Geraci, funzionario dell’autoparco regionale, a commissario dell’ente per le disabilità? Si salverebbe la nomina di Basile (titolare di una società di vigilantes) a presidente dell’IRFIS? E si salverebbe la nomina di Cicero e dell’intero consiglio di amministrazione dell’IRSAP?

Io credo proprio di no! E comunque, a prescindere dalla Carta, non si salvano neppure alla luce della vigente disciplina!

Quanto poi al magnifico geom. Cicero, vale la pena di evidenziare che la Carta (art.17) impone ad ogni amministratore di usare e custodire le risorse e i beni assegnati dall’Amministrazione con oculatezza e parsimonia, contrastare gli sprechi e divulgare le buone pratiche.

Ora, caro Presidente, chiedo a Te di valutare la condotta di Cicero, che nella veste di Commissario, e quindi in splendida solitudine, ha predisposto lo Statuto dell’IRSAP, approvato dal Tuo assessore Vancheri, nonostante la palese violazione delle disposizioni della legge istitutiva dell’IRSAP, nel quale ha previsto una Sede operativa a Caltanissetta (scelta per caso e non perché è la sua città, quella della Vancheri nonché di Montante, presidente di Confindustria, e la Tua provincia!) e una pesante modificazione della organizzazione amministrativa dell’Istituto con soppressione di servizi previsti per legge, ed ancora oggi, nonostante il 26 novembre il Tar Palermo deciderà sulla (il)legittimità della sua nomina a Commissario, e conseguentemente della (il)legittimità di tutti gli atti posti in essere durante il mandato, da Presidente cerca di realizzare nel più breve tempo possibile la nuova sede di Caltanissetta e la modifica dell’organizzazione dell’Istituto.

Pensi caro Presidente che stia usando e custodendo le risorse (economiche e umane) e i beni assegnati all’IRSAP, provenienti dalle ex ASI, con oculatezza e parsimonia?

Vedi caro Presidente, rivolgo a Te tali domande proprio perchè la Carta di Pisa prevede (art.21) che, in caso di mancato rispetto del Codice, gli amministratori che sono vincolati al rispetto delle sue disposizioni (i nominati) o si sono volontariamente impegnati in tal senso (Tu innanzitutto), devono assumere tutte le iniziative necessarie fino alla revoca della nomina o del rapporto fiduciario, al fine di assicurarne l’ottemperanza ovvero sanzionarne l’inadempimento, e che in caso di ritardo o inerzia i gruppi politici presenti all’ARS, i cittadini e i portatori di interessi sono legittimati a sollecitare gli amministratori al rispetto delle norme stesse.

Cosa c’è allora, caro Presidente, anche paura e/o fastidio del controllo e della partecipazione, oltre che dei partiti politici, dei singoli cittadini alla valutazione della azione regionale? Ma non eri Tu il massimo promotore dei Movimenti della società civile?

Questi, Presidente Crocetta sono i rilievi e le critiche che il Partito Democratico, e specie l’Area ‘Nuovo Corso PD’, Ti sollevano e propongono, perché il nostro compito non è quello di adeguarci pedissequamente alle Tue decisioni quali che siano ma, al contrario, di valutarne con sguardo critico (e se possibile indirizzarne) le scelte di fondo in vista dei problemi da risolvere.

L’attuale aspro confronto tra noi iscritti e Tu Presidente, eletto da noi, non è, come Tu stesso tendi a rappresentare mediaticamente, una mera squallida pretesa di sostituzione di Tizio con Caio, ma una forte e approfondita richiesta di modificazione della linea politica sinora seguita, per certi versi gravemente insufficiente rispetto ai problemi della Sicilia, e per certi versi del tutto estranea ai valori e alle prospettive della coalizione progressista che ha vinto le elezioni, per non sprecare l’occasione storica della Tua elezione a Presidente della Regione Siciliana.

 

 

Redazione

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