Caro Ministro Alfano, tra informative tipiche e atipiche siamo all’Inquisizione

da Salvatore Petrotto
ex Sindaco di Racalmuto
riceviamo e pubblichiamo

Le durissime dichiarazioni del neo Ministro dell’Interno, già ministro della Giustizia, l’agrigentino Alfano, contro i violenti contestatori NO TAV della Val di Susa, sono il primo terribile biglietto da visita di un enfant prodige, allevato presso la corte di Berlusconi.

Non dimentichiamo la durezza e l’asprezza di talune leggi che riaffermano un principio caro alla Destra estrema, oseremo dire che consacrano un’idea fascistissima , quella della tolleranza zero, buone soltanto ad infierire sul popolo per massacrarlo.

Salvo ad assicurare un’insopportabile impunità ed una lunga serie di sporchi e spesso indecenti privilegi , quali il famoso lodo Alfano, concepito per stoppare i processi contro Berlusconi, di cui conserviamo sempre una lucida memoria.

Angelino è stato uno tra i più umili cavalier serventi del suo nume tutelare prodigandosi nel salvaguardarlo, oltre che con delle leggine ad personam, attraverso una rete di rapporti politico-istituzionali trasversali !

Ma l’indomito Silvio è caduto ugualmente e, per giunta, in ossequio ad una sua stringente legge sulla prostituzione minorile. Una legge che gli si è ritorta contro, col caso Ruby!

Il magistrato Ilda Bocassini, quasi come se si trattasse di una sorta di Dantesco contrappasso, ha chiesto la sua condanna proprio per induzione alla prostituzione minorile. Ai sensi e per gli effetti di due leggi che portano la firma di due ex ministre (amazzoni), dei Governi Berlusconi, e cioè la siciliana Stefania Prestigiacomo e la campana Mara Carfagna.

Ma anche sul conto del buon e post democristiano Angelino Alfano sono iniziate a circolare su facebook e non solo delle strane ed inquietanti notizie che depongono assai male sul suo conto.

Ricorderete un po’ tutti quanto arcigno e risoluto si sia dimostrato Angelino, quand’era Ministro della Giustizia, in materia di inasprimento della legislazione antimafia.

Basta un semplice sospetto, contenuto in un semplice verbale di polizia, sul conto di un presunto mafioso, per essere tutti quanti inseriti in una sorta di black list micidiale.

Se si tratta di un politico, un professionista, un imprenditore, basta far tesoro di un rapporto redatto da un investigatore, per perdere tutti quanti i diritti politici e civili! Quattro righe di un maresciallo ed il gioco è fatto!

Chiunque, più o meno inconsapevolmente, può essere ritenuto in grado di favorire delle eventuali infiltrazioni mafiose, presso un ente od un’azienda, pubblici o privati che siano, per essere depennati da tutto! Non puoi svolgere attività politica, non puoi più fare l’avvocato o l’ingegnere, non puoi continuare a svolgere nessun’altra attività imprenditoriale.

Questi verbali di polizia le chiamano informative tipiche od atipiche, secondo la gravità delle valutazioni espresse dal questurino di turno. Il contenuto di tali accertamenti si basa sempre sulle frequentazioni di quel cittadino, alla stregua della cosiddetta santa o maledetta inquisizione di manzoniana memoria.

A volte come si fa a sentire l’odor di mafia, questo forse bisognerebbe chiederlo anche a sua Eccellenza il Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, il quale ha fortemente voluto che tutta l’attività di accertamento, facesse capo ad una sorta di Stato di Polizia, oggi sotto la sua regia, nella qualità di responsabile supremo di tutte le forze dell’ordine.

Eh sì, perché in queste attività di indagine, i magistrati non intervengono. Si tratta di misure interdittive comminate soltanto dagli organi di Polizia. Provvedimenti, come ben potete capire che, a volte, servono ad apporre una sorta di marchio di infamia ad un politico, un professionista od un’azienda! Spesso, a favore delle aziende colpite da tali misure, sono i Tar che si pronunciano, mettendo in evidenza l’infondatezza di valutazioni di Polizia che si basano sulle delle assai presunte possibili infiltrazioni mafiose, tutte da dimostrare!

State attenti, basta che un semplice parente di un presunto mafioso abbia avuto un contatto, il più delle volte casuale, con il titolare di un’azienda od un professionista perché scatti questa sorta di interdizione, di divieto di continuare a svolgere le proprie usuali attività.

Intanto si fa il danno preventivo! Poi si vede in sede giudiziaria, chi ha torto e chi ha ragione! Ma chiaramente non sempre la legge è uguale per tutti! Come sosteneva lo scrittore inglese Orwell ne ‘La fattoria degli animali’ tutti gli uomini sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri.

Per la maggior parte degli italiani, il gesuitico sospetto è ormai veramente divenuto l’anticamera della verità! Anche per volere dello stesso attuale Ministro dell’Interno che, come detto, ha fatto inasprire le pene per i possibili condizionamenti mafiosi.

Stranamente, il nostro Angelino è garantista quando si tratta di fare approvare le leggi ad personam, o a manifestare a Milano ed a Brescia, anche da Ministro dell’Interno, per chiedere l’assoluzione di Berlusconi . Ma diventa terribilmente giustizialista con i NO TAV ed i suoi ex amici siciliani!

Noi dobbiamo dare spiegazioni alle autorità di Polizia riguardo alle nostre frequentazioni, ai nostri amici e parenti. Se solo un nostro vicino di casa ha un qualche consanguineo in odor di mafia, tutti quanti dobbiamo essere per lo meno un po’ preoccupati! Guai a frequentarlo!

Ma per chi rompe, strilla, si ribella, od ha il coraggio di scrivere queste cose, le conseguenze spesso fan soffrire ed a turno ci dobbiamo consolare. Sentite un po’ cosa accade in piena Valle dei Templi. Nel nostro piccolo, nell’Agrigentino, nel regno di Angelino Alfano, 25 Sindaci, associazioni dei consumatori e di categoria, sindacati, comitati e partiti politici, negli ultimi anni, hanno messo in evidenza delle infiltrazioni mafiose e delle palesi illegalità che riguardano la società di gestione del servizio idrico integrato, Girgenti Acque.

Si tratta di prove documentali, di esposti -denuncia, contro una società privata che

gestisce l’acqua ed inquina a più non posso nella provincia più assetata d’Italia, con tariffe che sono 11 volte superiori rispetto a quelle, ad esempio, della città di Milano!

Si attendono ancora risposte! Salvo a scoprire che i diretti familiari di alcuni esponenti delle forze dell’ordine impegnate in attività d’indagine relative proprio a Girgenti Acque, sono stati, magari di recente, ed esattamente a marzo di quest’anno, assunti proprio presso Girgenti Acque!

Ma questo è niente. Spesso la pratica del non far del male agli altri, in onore di un amichevole compromesso, per ottenere qualcosa in cambio, è un metodo consolidato! E’ diventata quasi una prassi, quella di ottenere dei benefici personali da parte di alcuni ben individuati esponenti delle forze dell’ordine, mentre vanno a caccia dei reati altrui!

La Procura della Repubblica di Agrigento, ad esempio, ha mandato, qualche mese fa, un avviso di garanzia per corruzione, al comandante provinciale del Nucleo Investigativo sul Lavoro dei Carabinieri, il maresciallo Antonino Arnese. Sapete perché?

A parere della Procura, ha sistemato la moglie presso un’azienda oggetto dei suoi controlli investigativi. Assieme a lui, nell’ambito della stessa inchiesta, è stato pizzicato, per violazione del segreto istruttorio, niente di meno che il comandante della sezione della Polizia giudiziaria dei Carabinieri, in servizio proprio presso la stessa Procura della Repubblica di Agrigento, il maresciallo Vincenzo Mangiavillano, prontamente trasferito a Castelvetrano.

Il comandante in capo, l’agrigentino Alfano, sa di queste cose? Lo sa che cosa succede nella sua provincia? So che, con quello che a breve sto per aggiungere a questo sconsolante quadro, un po’ provinciale, rischio ulteriori linciaggi ad opera, magari, di giornalisti che si limitano a far tesoro delle veline di Stato.

Premetto che mi dispiace soprattutto per quelle centinaia di migliaia di onestissimi Carabinieri, Poliziotti od esponenti della altre forze dell’ordine, quali Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria e delle Polizie Municipali e, perché no?, anche di quelle private che, tutti quanti, rischiano la vita per garantire, non solo l’ordine pubblico, ma anche la nostra sicurezza nel rispetto delle leggi.

Purtroppo se volgiamo lo sguardo verso i vertici dell’Arma dei Carabinieri, non siamo messi poi tanto bene! Il generale Mario Mori ed un altro suo collega, entrambi uomini di punta della Benemerita, sono pesantemente impelagati nei processi relativi alla trattativa Stato-mafia. Potremmo anche citare l’ex capo dei ROS (Reparti Operativi Speciali), sempre dei Carabinieri, il generale Gianpaolo Ganzer, condannato in primo grado a 16 anni di reclusione, per associazione a delinquere e traffico internazionale di stupefacenti e tanto altro ancora.

Certo, si potrebbe dire che anche la Polizia annovera le sue vittime illustri! Al di là del già ‘scontato’ caso (10 anni di reclusione) del dirigente di polizia, Bruno Contrada, legato sempre a questioni di mafia, recentemente, l’ex vicecapo nazionale della Polizia, Nicola Izzo, risulta sotto processo in due Tribunali della Repubblica, quello di Roma e quello di Napoli, per appalti truccati e truffe.

Credo che Angelino farebbe bene a riflettere un po’ di più prima di infierire sui NO TAV o su degli inermi poveri disgraziati che, a volte, hanno avuto solo il torto di incappare, ingiustamente, nelle strette maglie di quelle leggi assai punitive e restrittive, messe a punto da lui e dal suo dante causa, il Cavaliere Silvio Berlusconi.

Per non continuare a ripeterci, caro ministro Angelino: chi è causa del suo mal pianga sé stesso!

 

 

Redazione

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